Monza-Lecce e i mille episodi di moviola. Proteste da una parte e dall’altra nell’1-1 dello U-Power Stadium, sul banco degli imputati c’è l’arbitro Livio Marinelli. Il fischietto di Tivoli, esperto e tra i migliori a disposizione di Rocchi, incappa in una giornata no e decide di seguire ancora una volta il proprio istinto senza accettare il suggerimento del Var. Era già capitato nel 2021, in Venezia-Bologna, quando fu richiamato al Var per valutare meglio un rigore fischiato per un contatto inesistente tra Medel e Aramu, che si buttò a terra per un lievissimo tocco del cileno. Dopo aver fischiato il penalty, anche al monitor, nonostante le indicazioni dei colleghi in cuffia, decise a sorpresa di non tornare sui propri passi. E anche oggi accade lo stesso: Irrati lo chiama per derubricare da rosso a giallo l’intervento scomposto ma non cattivo di Baschirotto, che va sì a martello ma dopo aver toccato il pallone e soprattutto col piede radente il terreno in una dinamica di gioco assolutamente coerente. Ma davanti alle immagini Marinelli gesticola e chiede ai colleghi “Come faccio a togliere questo rosso?” in sostanza. E nell’incredulità generale, l’espulsione del difensore resta.
Bene invece nel finale sul gol annullato. C’è un fuorigioco di partenza di Carboni, attivo perché i due tocchi dei leccesi non sono considerati come una giocata e non sanano la sua posizione. Giusto andare al Var nonostante l’offside, perché non era una questione necessariamente geometrica. Poi corretto anche il rosso a Caldirola: due gialli giusti, ma le due decisioni ok non cancellano il pasticcio – anche a livello di rapporti con gli altri fischietti del team – del rosso a Baschirotto.