Parole di conferma da parte di Yonghong Li, presidente della holding cinese interessata al passaggio di proprietà del Milan alla Ses. “Il closing esiste e si farà ma ci son stati dei ritardi – ha spiegato Li in un’intervista all’Ansa – Tutto dipende dalle nuove misure di controllo del rischio degli investimenti verso l’estero annunciate dall’autorità regolatoria. I capitali sono stati raccolti in quantità superiore rispetto all’investimento ma esiste anche un piano B“.
Con le due clausole da 100 milioni già versate, perché i cinesi non detengono una percentuale della società rossonera? “Perché non sarebbe stata autorizzata. La regolamentazione limita l’acquisizione delle partecipazioni cinesi all’estero indipendentemente da quanto ampie sono. In questa fase a Ses non è concesso detenere alcuna partecipazione nel Milan“. Rassicurazioni che arrivano anche sul piano delle perdite attuali: “Gli accordi con Fininvest prevedono che le perdite registrate dal Milan a partire dallo scorso mese di luglio facciano carico a Ses. Questo è uno dei principali motivi che giustificano gli obblighi di condivisione delle decisioni che implicano delle spese da parte del Milan“.
Nonostante ciò rimangono all’oscuro i nomi degli acquirenti: “Non commentiamo le indiscrezioni sui nomi degli investitori. In generale, le istituzioni finanziarie cinesi sostengono attivamente gli investimenti cinesi all’estero e vale la pena di rammentare che la Ses è un fondo di investimento. Tutti gli investitori che partecipano al fondo tengono presenti i fondamentali economici e valutano la bontà dell’investimento sotto tutti i profili rilevanti“.
Infine, un invito all’attuale presidente, Silvio Berlusconi: “La nostra ambizione è continuare la storia di successi del Milan. Ci auguriamo che Berlusconi, da presidente onorario, possa in futuro alzare altri trofei. Suoi capitali riciclati? Notizia totalmente infondata, il riciclaggio di denaro è un crimine“.