La CBS ha prodotto un documentario sulla vita di Christian Pulisic, l’attaccante del Milan protagonista di uno sfavillante avvio di stagione, ma adesso ai box per un infortunio. Trasmessa da Paramount+, la serie sta già avendo successo e a questo proposito il calciatore statunitense ha parlato a The Athletic dell’impatto che sta avendo questo format e in particolare si è soffermato su alcuni aspetti controversi.
Il primo, quello della Trump dance per festeggiare un gol con gli Usa: “Per me si trattava solo di un balletto virale, che ho fatto più volte nella mia carriera. Non ho voluto dichiarare nulla così. Era solo una cosa divertente che stavo facendo. Evitate di parlarne, perché non c’è niente di cui parlare”.
Quindi, è la volta di una lunga riflessione sul pregiudizio che talvolta si ha nei confronti dei calciatori di nazionalità statunitense: “Il pregiudizio sui calciatori statunitensi in Europa mi fa inca**re e le decisioni di un allenatore sul prendere o meno un americano possono essere state influenzate da questo fattore. Mi auguro di arrivare al punto di far diventare gli Stati Uniti uno dei paesi più rispettati al mondo a livello calcistico. Dobbiamo raggiungere nel calcio lo stesso status ottenuto da alcune leggende statunitensi negli altri sport”.
Infine, su cosa vuol dire essere un top giocatore: “I migliori al mondo hanno le idee così chiare… Vi faccio un esempio: se sbagliano un’occasione, non sembra affatto la fine del mondo. Quest perché sanno che ne avranno un’altra, hanno le idee chiare, sanno che sono forti e che avranno presto un’altra occasione migliore”.