Milan audace, Milan fortunato. Con il connubio più classico, i rossoneri tornano alla vittoria anche a San Siro, dove l’acuto mancava ormai da sei apparizioni, e con il 2-1 al Genoa compie il passo forse decisivo verso la Champions. Tra autogol (di Scamacca, che potrebbe diventare il prossimo anno proprio un attaccante del Diavolo) e salvataggi miracolosi, ma anche tante occasioni non sfruttate, la squadra di Pioli doma un Genoa che ha ancora bisogno di qualche punto salvezza ma che, tutto sommato, dimostra ancora una volta di essere una squadra di tutto rispetto.
Primo tempo che sembra mettersi bene per i rossoneri privi di Ibrahimovic, già avanti dopo una manciata di minuti con il gol dell’uomo dei gironi di ritorno. Tutte le reti segnate da Ante Rebic nella sua avventura col Diavolo, infatti, sono state realizzate dopo il giro di boa, eccetto una. Il croato si coordina con una conclusione meravigliosa dal limite al volo col mancino e fredda Rebic. A questo punto ci si poteva aspettare una gestione intelligente della partita, così è solo in parte però, visto che la squadra di Pioli consente al Grifone, a caccia degli ultimissimi punti salvezza, di impostare il gioco con personalità e discrete idee. Da una di queste di Scamacca nasce un calcio d’angolo fatale per i padroni di casa, visto che arriva implacabile il colpo di testa di Destro che beffa ancora una volta la sua ex – cinque gol da avversario, tre in questa stagione – e fa 1-1 anticipando un Tomori per una volta davvero disattento. I rossoneri reagiscono, manca però la precisione e così il nuovo vantaggio è da cercare nella ripresa. Tanto forcing, poche occasioni e così il 2-1 arriva nel modo più incredibile: Gianluca Scamacca, che sembra peraltro vicino ai rossoneri, fa un gran regalo involontario a quella che potrebbe essere la sua futura squadra con autogol davvero clamoroso con la schiena. Guaio per il centravanti che buca la propria porta, gli ultimi quindici minuti sono molto intensi ma non cambia il punteggio, anche grazie a un doppio clamoroso salvataggio del muro rossonero, di Kjaer e Tomori, che rimediano a un pasticcio di Donnarumma.