Secondo quanto rivelato dall’edizione odierna cartacea di ‘La Repubblica’, il patron del Milan, Gerry Cardinale, sarebbe alla ricerca di nuovi soci. Non tanto per l’esigenza di ripagare il debito a Elliot (Red Bird dovrà versare 693 milioni entro agosto, vale a dire il 57.7% del valore attuale del club, cifra già salita con gli interessi dell’8%), quanto per l’urgenza, riporta il giornale romano, di rimpolpare il suo stesso capitale. Cardinale, infatti, sarebbe intenzionato a vendere “al prezzo base di costo”, vale a dire senza guadagno, “fino a 150 milioni del capitale investito iniziale di 681 milioni, data la necessità dell’azienda di abbassare l’importo dell’investimento per riequilibrare il portafoglio”.
Si tratta, riferisce sempre ‘La Repubblica’, di “una formula testuale riportata in un documento di Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria, che prospetta per conto di RedBird a potenziali investitori l’acquisto di una quota azionaria, pari al 22% del capitale che 25 mesi fa Cardinale avrebbe raccolto e investito nel Milan. L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà, i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno. La partenza dei lavori viene dichiarata ad ottobre 2025, la conclusione nel 2029. Ma la realtà è nebulosa, visti il passo indietro verso la coabitazione con l’Inter per dividere le spese, e poi il revival dell’area di San Siro col parziale abbattimento dell’attuale Meazza”.
E nel dossier la società di consulenza rivela: “Sulla base dei nostri colloqui con RedBird riteniamo che probabilmente venderà una quota di minoranza nel 2027 a un fondo sovrano o a una famiglia miliardaria”.
Nel pomeriggio, arriva la smentita da parte di Red Bird: “Il resoconto di La Repubblica sulla vendita di una quota dell’AC Milan è una totale invenzione. È del tutto falso”. ha spiegato un portavoce a Reuters.