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Ralf Rangnick non sarà il manager del Milan. La notizia stupisce, dal momento che l’accordo con sembrava ormai cosa fatta. Invece, dopo nove mesi di trattativa, è saltato tutto. Esattamente cos’è successo? Il quotidiano tedesco Bild ha provato a ripercorrere le tappe della trattativa. I primi contatti tra il Milan e Rangnick ci sono stati agli inizi di novembre, quando i rossoneri erano quattordicesimi in campionato con prestazioni mediocri. Il tecnico tedesco si è mostrato fin da subito interessato alla proposta di un club storico come quello rossonero. Rangnick ha quindi iniziato a studiare l’italiano e il 7 maggio ha confermato per la prima volta di essere in contatto con il Milan. “Ho informato la Red Bull, ci sono stati contatti con il mio agente” disse a Bild, come se l’accordo fosse già stato raggiunto e rimanessero da definire solo budget, staff e ruolo all’interno del club.
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Nel frattempo, ad aprile, il Lipsia ha iniziato a cercare un successore, a riprova del fatto che il trasferimento del tedesco fosse ormai certo. L’11 maggio è arrivato il primo preoccupante segnale, con Paolo Maldini che ha invitato Rangnick a “ripassare il concetto di rispetto“. In un clima di malumore crescente, qualche giorno dopo anche Zlatan Ibrahimovic mostra il proprio disappunto in un’intervista rilasciata a Sportweek: “Non conosco Rangnick, ma lui sicuramente conosce me“. Dopo il lockdown, il Milan mette in campo ottime prestazioni che gli fanno guadagnare punti e posizioni in classifica. La squadra di Pioli non perde e dunque sorge il dubbio che forse non sia meglio lasciare tutto così com’è. Lunedì è arrivata la decisione del club di rinnovare il contratto a Stefano Pioli, mentre Rangnick è rimasto al Lipsia nel ruolo di “Responsabile dello sport e dello sviluppo del calcio” fino al 2021 con il Lipsia.
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