“Mia madre mi dice sempre che non ho ancora vinto nulla, eccome se me lo dice. Mio padre era dirigente della squadretta dove ho iniziato, per lui non sbagliavo mai, invece mia madre esagerava le critiche. Così anche adesso mi ripete che non ho vinto. Ma io so che è orgogliosa di me”. Stefano Pioli è l’uomo del momento. L’allenatore del Milan ha ricompattato una squadra e dal lockdown di marzo in avanti ha ottenuto risultati incredibili, chiudendo il 2020 al comando della Serie A. Lo ha fatto grazie anche al gran rapporto con Ibrahimovic: “Mai conosciuto un giocatore così intelligente e simpatico. Sono momenti così, tornerà e giocherà più di prima. Ma già la sua presenza è fondamentale, sa trascinare e stimolare i compagni, In realtà non è difficile gestirlo. Perché siamo entrambi diretti, non ci nascondiamo, nel bene e nel male. Ci siamo detti anche cose negative, succede, è normale, è la dinamica logica di una squadra. Una volta è entrato nel mio ufficio e mi ha detto: mister, oggi parlo io. Io mi sono messo lì e ho ascoltato”.
Nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera il tecnico rossonero racconta se stesso e lo fa in punta di piedi e senza cercare rivalse: “Non sono un genio, ma determinato e tenace sì. E curioso. Ho sempre pensato che ci sia da imparare da tutti. Prendete lo staff: ho iniziato col solo Osti, adesso ho 10 collaboratori. E tutti i nuovi hanno meno di 30 anni. I giovani ti aiutano ad avere chiavi di lettura diverse, specie sulle nuove tecnologie, preziosissime. Oggi mi sento completo e maturo, come non mai. È un termine che non mi piace, perché sono cresciuto con valori diversi, con la cultura del lavoro, non della rivalsa. Ho da dimostrare solo a me stesso. Mi sento completo, ma so che posso fare anche di più. Sono un provinciale testardo. E la testardaggine aiuta”.