Il Milan, dalla ripresa del campionato post-lockdown, ha subito una trasformazione davvero incredibile, conquistando ben 20 punti sui 24 a disposizione nelle otto giornate di Serie A sin qui disputate, con sei vittorie e due pareggi contro Spal e Napoli. I numeri non mentono e sono sotto gli occhi di tutti, ma a stupire sono soprattutto i miglioramenti che la formazione rossonera ha avuto nel gioco e nella gestione della partita, dimostrando di aver acquisito finalmente sicurezza, identità e la giusta mentalità che, fino a qualche mese fa, sembrava pura utopia.
Il merito dei successi di questo Milan 2.0 va sicuramente attribuito ai calciatori, in constante crescita partita dopo partita, ma principalmente al tecnico Stafano Pioli, capace di ridare vigore ad una squadra completamente alla sbando. La sconfitta patita a San Siro l’8 marzo per mano del Genoa, nell’ultima gara prima dello stop, è stata forse il punto più basso della stagione rossonera, ma ora sembra un brutto e lontano ricordo.
Pioli ha saputo tirar fuori il meglio da ognuno dei suoi ragazzi, pur trovandosi in una situazione molto complicata, visto l’esonero dato ormai per certo e l’imminente arrivo in panchina di Ralf Rangnick. La decisione di mandar via l’allenatore emiliano, però, ora potrebbe essere l’errore più grande per la dirigenza di via Aldo Rossi: la squadra ha trovato il giusto assetto in campo, i giocatori sono tutti dalla parte di Pioli e, quest’ultimo, meriterebbe la conferma per il recente lavoro svolto in maniera esemplare.
Ripartire da Rangnick, poi, significherebbe ricominciare tutto da capo per l’ennesima volta, con il rischio di incappare un in’altra falsa partenza che potrebbe compromettere anche la stagione ventura. Il dirigente tedesco ha sicuramente delle ottime qualità manageriali, ma non siede in panchina da due anni e in Italia, si sa, è incredibilmente difficile svolgere il ruolo da allenatore, a maggior ragione in una piazza come Milano e in uno stadio come San Siro.
Ivan Gazidis, dunque, dovrebbe riflettere a lungo prima di prendere una tale decisione, in un momento in cui il Milan e Pioli hanno trovato l’alchimia perfetta, portando a casa risultati e prestazioni che, in quel di Milanello, non si vedevano dai tempi di Massimiliano Allegri.