Il girone d’andata della Serie A 2018/19 si è chiuso due giorni prima della fine dell’anno. Con sé si è portato alcuni verdetti, tra cui il ritorno del Milan nella zona Champions League. Perché tra alti e bassi la squadra allenata da Gennaro Gattuso ha trovato la sua quadra e non molla la Lazio (-1), attualmente al quarto posto e quindi virtualmente in Champions League.
Il Milan in questi 134 giorni ha affrontato di tutto: dal ritorno di Bonucci alla Juventus e al mancato scontro in campionato alla sentenza Uefa che ha portato con sé gioie e dolori; il momento no di Higuain si combacia perfettamente con l’incoronazione di Cutrone come un centroavanti di livello. Alla lista non possono mancare gli infortuni: dai meno gravi Romangoli e Musacchio, a Biglia, leader tecnico del centrocampo finalmente ritrovato, e Bonaventura, out addirittura per tutta la stagione. Voto 6
Donnarumma 7.5
La scorsa stagione per il giovane portiere non è stata semplice: il mercato e il famoso rinnovo di contratto lo avevano condizionato sul campo. Quest’anno invece risulta l’uomo decisivo per il Milan, perché quando i suoi vanno in difficoltà nel tenere il risultato, ci è sempre arrivato con le manoni lui a difendere tutto. L’ultima parata contro la Spal (negli ultimi minuti contro Fares) chiude un girone d’andata ad altissimi livelli.
Abate 6,5
Fino all’anno scorso Ignazio Abate sarebbe stato giudicato come terzino e sarebbe uscito con una normalissima sufficienza. Quest’anno però, in carenza di giocatori, Gattuso lo posiziona come difensore centrale prima di una difesa a tre e poi di una difesa a quattro. E in questa circostanza il difensore napoletano mostra le sue vere doti tecniche: velocità e capacità di leggere l’azione avversaria, quasi sempre in anticipo sugli avversari. Quest’anno c’è un nuovo Ignazio Abate e al Milan può far comodo.
Calabria 6,5
Si conferma partita dopo partita un vero terzino moderno: aiutante fedele sulla fascia destra di Suso con ottime sovrapposizioni e bravo a difendere sugli avversari, anche quelli più esperti. Con il ritrono in campo di Conti, è una sfida ardua per la maglia da titolare.
Zapata 6.5
Se in passato il colombiano peccava di distrazione che favoriva gli avversari, in queste 19 giornate di campionato l’abbiamo visto sbagliare pochissimo e soprattutto essere sempre preciso e puntuale. Arriva a dicembre con dieci partite consecutive tra Europa League e Serie A.
Musacchio 6
Prima parte di girone positiva, poi lascia anche lui il campo per far compagnia agli altri rossoneri infortunati nell’infermeria di Milanello. Riprendersi la maglia da titolare contro questo Zapata non sarà cosa facile.
Romagnoli 7
L’anno precedente c’era una coppia, che seppur con difficoltà iniziali e con la supremazia di uno sull’altro, era riuscita a trovare l’intesa vincente. Poi uno dei dei due decide di abbandonare tutto e tornare con l’ex, che tanto aveva criticato; così il più giovane si ritrova da solo. Sembra la trama di un film di Hollywood, in realtà è la storia di Bonucci e Romagnoli. Ma, per fortuna dei tifosi rossoneri, la storia ha un lieto fine: il giovane ragazzo si prende la fascia da capitano e diventa il leader della difesa e una garanzia per tutti i suoi compagni.
Rodriguez 7
Anche Ricardo Rodriguez si iscrive nella lista di quelli che sono cambiati da una stagione all’altra. Nella scorsa lento e impacciato, in questa tecnico e capace di cambi di gioco perfetti. Da possibile merce di scambio a titolarissimo.
Kessie 6
Invece l’ex giocatore dell’Atalanta cala leggermente rispetto alla fine dello scorso anno. Positivi però i tre gol in campionato: gol decisivi contro Roma e Parma, meno quello contro il Sassuolo.
Biglia 6,5
Era il vero giocatore ritrovato: dopo qualche gara si era imposto nel centrocampo rossonero come centrale, capace di fare una buona fase di interdizione e un’ottima fase di impostazione. Poi l’operazione al polpaccio destro. Potrebbe tornare a fine gennaio, per la felicità del popolo rossonero.
Bakayoko 6
Il centrocampo perde 2/3 dei suoi titolari e Gattuso schiera per necessità il giocatore francese, in prestito dal Chelsea. Inizia malissimo, confuso e distratto, al punto da perdere palloni velenosi a metà campo; si riprende nelle ultime partite, specialmente l’ultima contro la Spal.
Bonaventura s.v.
L’infortunio al ginocchio sinistro lo porterà lontano dai campi per 8/9 mesi. Con lui Gattuso perde molto, più di quanto si possa pensare.
Suso 7
Si infortuna nelle utime partite del girone. Proprio queste dimostrano che il Milan non può fare a meno dello spagnolo: crea gioco, salta l’uomo, ha un sinistro che mette paura ad ogni portiere avversario. Rovina tutto con l’espulsione presa nell’ultima giornata: salterà così la Supercoppa contro la Juventus.
Castillejo 5,5
Per il suo primo gol a San Siro bisogna attendere la 19esima giornata di campionato. E ad esultare maggiormente sono proprio Leonardo e Maldini, autori del suo acquisto. Però l’idea è che non si sia ancora integrato nel 4-3-3 di Gattuso e in generale nel calcio italiano.
Calhanoglu 5
Dov’è finito il vero Calhanoglu? Perché il turco di questo campionato assomiglia a quello visto con Montella e non al protagonista della formazione di Gattuso dell’anno scorso. Male all’inizio come esterno d’attacco e male anche come centrocampista quando Bonaventura si infortuna. Ma per l’allenatore rossonero Calhanoglu è imprescindibile, ora più che mai.
Cutrone 6,5
L’immagine del suo allenatore in campo. Lotta, si sacrifica, ringhia. Ma soprattutto segna reti importanti: gol decisivo contro la Roma e gol contro Sampdoria e Parma. Se però vuole la maglia da titolare, deve migliorare la sua intesa con Higuain.
Higuain 5
Il grande acquisto di mercato, il centravanti che al Milan mancava da tempo. Peccato che a tratti sembra che i rossoneri questo centravanti non lo abbiano ancora trovato. Perché questo Higuain non è quello delle stagioni passate. In totale realizza 6 gol, l’ultimo dopo quasi 900 minuti di astinenza. Infatti esulta piangendo, abbracciando il proprio allenatore e scrollandosi tutte le critiche.
Gattuso 5,5
Il suo Milan a inizio stagione mostra un bel gioco, uno dei migliori della Serie A. Poi però cominciano i problemi: gli infortuni, la pressione che lui e i suoi giocatori non riescono a reggere (da qui i tanti gol subiti), l’assenza di Higuain nel tabellino dei marcatori. Si diceva quella che contro la Spal fosse stata l’ultima sua gara sulla panchina rossonera; ma propria grazie al Pipita salva il suo 2018. In realtà il vero show di Ringhio è in conferenza stampa: nuovo simbolo della sinistra italiana, prese in giro dei giornalisti e, last but not least, il paragone con Oronzo Canà. Mezzo voto in più per questo.