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E’ un Milan che si è ritrovato dopo la sbandata nel derby quello che ha poi battuto Verona e Cagliari, non certo rivali insormontabili, ritrovando però il sorriso e la tranquillità di inizio stagione. Ora, però, a quattro giorni dalla Champions, è tempo di alzare l’asticella, perché a San Siro arriva la Lazio ed è un banco di prova fondamentale per i rossoneri. Che, in caso di vittoria, sarebbero sicuri di restare in vetta e metterebbero ulteriore pressione all’Inter e alla Juventus che giocheranno nelle ore successive. E’ per questo che Pioli, pur dovendo ragionare già in ottica Borussia Dortmund, non può fare a meno di mandare in campo quelli che in questo momento per lui sono i titolarissimi, con il ritorno di Maignan in porta e la conferma di Adli, la grande sorpresa dell’Unipol Domus, in cabina di regia al posto dell’infortunato Krunic. E davanti, dopo un paio di giornate all’insegna degli esprimenti, torna il tridente che parte davanti nelle gerarchie: vedremo pertanto Giroud dal 1′ affiancato da Leao e Pulisic, con la consapevolezza però che Okafor, e in parte Chukwueze, hanno fatto vedere di potersi integrare niente male.
I rossoneri sognano la sesta vittoria su sette, ma i biancocelesti hanno ben poco da fare se non trovare punti ovunque. Impossibile fare calcoli, perché l’avvio disastroso con tre sconfitte nelle prime quattro ha imposto di correre. E dopo il pareggio un po’ confusionario col Monza, nell’infrasettimanale è tornato il sorriso contro il Torino, anche se mancano le prestazioni e i gol di Immobile e la brillantezza vista lo scorso anno. Per la squadra giunta seconda nell’ultimo campionato, non può bastare aver portato a casa la miseria di sette punti e vincere al Meazza, dopo averlo fatto anche a Napoli, sarebbe un gran segnale per il lavoro di Sarri, un po’ sconfessato dall’ambiente e alla ricerca di conferme che si è sulla strada giusta, fatto messo in discussione anche dallo stesso mister toscano. E poi, c’è da pensare anche in casa laziale alla Champions: c’è la trasferta col Celtic mercoledì, c’è soprattutto da sbloccarsi con gli attaccanti visto che non ci può sempre essere Provedel a salvare la situazione.
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