Il direttore dell’area tecnica del Milan Geoffrey Moncada ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club in cui ha parlato della sua carriera: “Il primo contatto con il calcio è stato Lens-Monaco, ho cominciato a vedere quando la squadra era campione con Trezeguet. Ho visto la partita e ho capito subito che era il mio percorso di lavoro che volevo fare. Mio papà mi ha fatto vedere le partite di Monaco e Marsiglia, ho cominciato a seguire e sono diventato pazzo per il calcio. Mi piace molto di più il calcio italiano, in quei periodi aveva Zidane. Poi mi piacciono molto Spagna e Portogallo“. Su come ha conosciuto i rossoneri: “Il Milan ha avuto tanti giocatori francesi, come Desailly. Nella tv pubblica si poteva vedere la Champions e così ho conosciuto il Milan, i tifosi e questa bella maglietta. Era una squadra molto forte e tutti ne parlavano bene“.
Parlando del suo passato da calciatore invece Moncada ha rivelato: “Ero come Gattuso. Non ero alto ma cattivo, tanto pressing e intensità. Sono nato nell’1986 e il calcio francese stava diventando grande. Non ero male, non ero un super giocatore, ma ho visto che non avevo il profilo giusto per giocare. Poi mi è piaciuto molto di più il mondo del calcio che giocare a calcio. Mi è piaciuto l’allenatore, il ds, il presidente perché era difficile da fare“. Sulla sua carriera dietro la scrivania: “Ho studiato marketing, era interessante perché lavoravo di gruppo ma mi mancava qualcosa a livello sportivo. Alla fine della mia da giocatore e di studio, sono andato a trovare un’azienda di calcio. C’era una società che faceva lavoro video-tattico e scouting, ho cominciato così“.
Poi l’inizio dal Monaco: “Ho mandato il mio cv, ho aspettato e una volta il DS mi ha chiamato per fare un colloquio con me perché il mister, Claudio Ranieri, voleva una persona che facesse il match analyst. Sono venuto a Montecarlo, abbiamo fatto un meeting e la settimana dopo sono andato“. Poi il passaggio al Milan: “Era l’estate in cui Elliott ha preso il club. Mi hanno chiamato in agosto per fare il Capo Scout. Ho fatto tre meeting e siamo arrivati a dicembre. Da agosto a dicembre dovevo lavorare col Monaco e nel frattempo pensare al Milan, ma per me la scelta era già fatta. Ho dovuto parlare con il Monaco e spiegarglielo, non era facile“. Infine Moncada ha rivelato le differenze tra Monaco e Milan a livello di lavoro: “Qua c’è molta più pressione, una tifoseria molto più importante. In Italia c’è passione, sempre. Tutti parlano di calcio. A Monaco nessuno parla di calcio. Parliamo di altre cose: di macchine, di ristoranti, non tanto di calcio. Ho visto subito che bisognava fare le cose per bene, che bisognava lavorare, trovare giocatori giusti e creare un processo di lavoro: a Monaco magari era molto più facile, qua era importante creare un processo“.