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“È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Una cosa lo accomuna agli altri titoli vinti: la passione per il Milan e il calcio”. Queste le parole di Paolo Maldini che ai microfoni della Gazzetta dello Sport definisce l’ultimo Scudetto vinto “un capolavoro” e “la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo”. Poi spiega: “Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro ogni previsione. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio”. Maldini ci ha messo tanto di suo, soprattutto sul mercato. “Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. E i 21 calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo avevo in testa un budget più alto. Poi l’idea di fare le cose, ma di farle non per forza ma perché sei convinto deve prevalere su quella di spendere ciò che hai”.
“Ho capito che ai giovani devono essere date delle opportunità. Però è necessario far sentire loro la fiducia soprattutto nei momenti difficili. Cosa che a me, da ragazzo, non è mai accaduto”. Su Pioli: “Lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. È l’uomo giusto per aprire un ciclo con questo Milan? Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo – sottolinea Maldini – Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro”.
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A detta di Maldini, “con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions“. Anche perchè in Italia la concorrenza non starà a guardare. “La Juve non ha intenzione di fermarsi a Vlahovic. L’Inter farà lo stesso. La prossima stagione avremo un campionato che salirà di livello. Perché anche Roma, Napoli, Fiorentina, Lazio e Atalanta saranno competitive. Ecco perché il ragionamento sulla nostra strategia è fondamentale”. E sul futuro suo e di Massara. Entrambi si sono già mossi sul mercato “ma in questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a questo salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo… E in più c’è anche la questione relativa al contratto. Siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare. A me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene”.
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