Un Milan folle, senza testa e isterico butta un 2-0 di vantaggio a Lecce e rischia di perdere. Probabilmente lo avrebbe anche meritato: il gol annullato a Piccoli dal Var ha mandato fuori di testa tutto il Salento, ma anche il palo di Sansone o l’incredibile occasione sprecata da Piccoli con due giocatori da soli davanti a Maignan recriminano vendetta. Eppure i rossoneri erano in vantaggio e in controllo alla fine della prima frazione di gioco: 2-0, un palo di Reijnders e occasioni a ripetizione.
Nel secondo tempo Pioli toglie Calabria, anche per lui fastidio muscolare, per inserire Musah terzino (e non Florenzi) per contrastare la velocità di Banda. La squadra è sbilanciata, un’azione di qua e un’azione di là. Si gioca a tamburello con il Milan avanti 2-0. Un errore madornale tattico e concettuale. Ed infatti il Lecce, che ormai non ha più niente da perdere, prende coraggio e diventa padrone del campo. Ribalta la partita, segna anche il gol del 3-2 (poi annullato). Finisce 2-2 ma per il Milan è un punto che sa di una sconfitta. E infatti i nervi saltano: Giroud si prende un rosso diretto, Calabria è nervosissimo in panchina. La squadra si scioglie come neve al sole. E l’allenatore è il primo responsabile: due punti in quattro partite di Serie A, la vittoria manca dal 7 ottobre quando a Genova Pulisic decise una brutta partita con un gol dubbio. Se Juventus e Inter facessero il loro, i rossoneri dopo dodici giornate si ritroverebbero rispettivamente a -6 e a -8. Un abisso, scusando il gioco di parole, difficilmente pronosticabile solo un mese fa. E preoccupano non solo i risultati, ma come sono arrivati. I mille problemi muscolari, le ricadute, giocatori persi una partita sì e l’altra pure. I tifosi insorgono: in casa Milan la sosta sarà tutt’altro che serena.