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Dopo quattro anni, Ivan Gazidis lascerà la poltrona di amministratore delegato nel Milan. “Il Milan è una delle grandi squadre di calcio del mondo e ho pensato che si potesse portare qualcosa di nuovo nel calcio italiano – racconta Gazidis a Espn -. C’erano molti contratti pesanti, giocatori che costavano parecchio, come Bonucci per esempio. Avevano rinnovato Gianluigi Donnarumma, un ottimo portiere ma con un contratto enorme per trattenerlo. Alcuni contratti erano troppo alti rispetto alle prestazioni in campo di questi giocatori”.
Sul progetto giovani: “Abbiamo affrontato molto scetticismo sulla politica dei giovani, soprattutto al Milan. Penso che l’Italia in generale sia scettica sul dare una possibilità ai giovani, al Milan ancora di più a causa della pressione del pubblico e dell’ambiente di San Siro che ha la reputazione di schiacciarli”.
Gazidis ha poi parlato di Paolo Maldini e del suo lavoro in casa rossonera: “Nelle trattative Maldini è fondamentale, parla con i giocatori per capire come pensano e cosa li motiva. Eè il nostro punto di riferimento. Parla con l’agente come primo contatto, in seguito direttamente con il giocatore, insieme a Massara. Theo è un buon esempio, Paolo lo ha preso sotto la sua ala. Theo guarda a Paolo quasi come un secondo padre, Paolo ha quel rapporto con diversi giocatori”.
Su Stefano Pioli: “La squadra aveva una guida tecnica (Giampaolo, ndr) che non stava funzionando e quindi dovevamo fare una cambio. Qualcosa è cresciuto all’interno del gruppo durante il lockdown, anche se non stavano fisicamente insieme, in qualche modo si sono semplicemente legati e Stefano li ha conosciuti davvero bene. Un po’ come Paolo Maldini, anche Pioli vuole capire i giocatori come persone e ci tiene a loro. Questo li rende pronti a fare di tutto per lui”.
“Stadio? Abbiamo un grande progetto finanziato privatamente a cui ho dedicato molto tempo durante il mio primo anno, che però si è impantanato nella politica e nella burocrazia italiana. Ma ora vediamo la luce alla fine del tunnel. Abbiamo già l’approvazione per lo stadio, ci sono un paio di passaggi che stiamo attraversando con un dibattito pubblico. Sono molto ottimista sul fatto che il progetto prenderà il via l’anno prossimo con tutte le approvazioni. Questo Paese è un gigante addormentato. Le squadre di calcio qui sono enormi per via della storia, della cultura che rappresentano. Il calcio italiano ha attraversato un periodo difficile, ma sono assolutamente convinto che tra 10 anni sarà fiorente, si giocherà in stadi moderni. Quello che faremo avrà un impatto non solo sul Milan come club, non solo su Milano come città, ma sull’Italia come Paese”.
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