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“Mai come in questo momento le parole servono a poco, servono i fatti. Abbiamo analizzato durante la sosta le ultime gare: ora dobbiamo dimostrare di aver capito gli errori e rispondere alle critiche sul campo”. Lo ha detto il tecnico del Milan, Stefano Pioli in conferenza stampa alla vigilia del match casalingo contro la Fiorentina. “Abbiamo sempre lavorato per cercare di crescere tutti insieme e non per cercare il colpevole – aggiunge il tecnico -. Tutti insieme, ripeto, dobbiamo cercare di fare il meglio. Ci sono due scuole di pensiero, chi cerca di continuare a costruire qualcosa di importante e chi cerca di rovinare tutto. Io di certo appartengo alla prima categoria. Continuo ad avere grande fiducia nella squadra. Nelle prime otto giornate eravamo in testa alla classifica, nelle ultime quattro invece abbiamo sbagliato qualcosa. Sappiamo le nostre responsabilità, ce le assumiamo e cerchiamo di fare meglio”. Presto per parlare di obiettivo Scudetto: “Mancano 26 partite alla fine del campionato – precisa Pioli -, sono quasi 80 punti a disposizione. Non deve essere questo il nostro pensiero, sono 4 partite che non vinciamo in campionato dobbiamo pensare solo a quello”.
In vista del match contro i viola, Pioli si dice fiducioso: “Credo che in questi momenti ci possano essere due comportamenti: chi cerca di costruire qualcosa di importante e chi cerca di rovinare tutto o di essere negativo. Io appartengo alla prima categoria. Questi momenti si affrontano con decisione e compattezza. Affrontiamo una squadra che ci ha sempre messo in difficoltà”. L’altro tema caldo in casa rossonera è quello legato agli infortuni: “Sono sicuro che i nostri numeri miglioreranno in futuro”, la promessa legata al rimpianto: “L’unico cruccio che ho è che non siamo riusciti ad abbassare il numero degli infortunati. Cerchiamo ogni anno di apportare migliorie. Valutiamo i dati, facciamo di tutto per migliorare la situazione. Ogni infortunio va contestualizzato, ogni soggetto ha un suo percorso. Le nazionali non ci danno una mano, come nel caso di Okafor. Se devo chiamare il Ct della Svizzera? Non ho mai chiamato un Ct, ho grande rispetto per il loro lavoro. Credo che siano i calendari a non essere corretti. Si tratta di un problema da affrontare con senso di responsabilità da parte di tutti. Va diluito”. Vista l’emergenza, è convocato il 15enne Francesco Camarda: “Il talento non ha età. Lui ne ha tanto. Il destino ti crea a volte certe occasioni. Dobbiamo aiutarlo, è giovane, ma caratterialmente già maturo. Francesco è felice di essere con noi ed è pronto a darci una mano”.
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