Settembre aveva portato solo vittorie, al di là di una Champions in salita ma contro avversarie di enorme livello, e il Milan sembrava essersi ripreso, col coraggio delle scelte di Fonseca, specie nel derby, e con un gioco offensivo e sbarazzino. La sconfitta di Firenze, però, è stata un disastro sotto ogni aspetto: quello della classifica, con 11 punti in 7 partite che non sono certo un bottino esaltante, ma pur sempre a -5 dalla vetta e a -2 da chi lo precede, quello del morale, perché la Fiorentina non è a sua volta partita bene eppure ha bucato con troppa facilità la retroguardia rossonera, e soprattutto della gestione e della leadership del tecnico portoghese, che ha puntato il dito contro i suoi giocatori per la questione dei rigori non fatti battere a Pulisic (nel frattempo tornato prima dagli Usa per non essere spremuto ulteriormente, lui vero Re Mida di questo avvio di campionato), ottenendo però nuove critiche da parte dell’ambiente milanista. Insomma, Fonseca aveva ritrovato credibilità e il supporto dei tifosi e al Franchi si è tutto di nuovo un po’ affievolito, tanto che adesso la sua squadra torna con le spalle al muro.
E per sistemare le cose nuovamente, l’avversaria peggiore possibile attualmente è proprio l’Udinese dell’enigmatico Runjaic, accolto con lo stesso scetticismo di Fonseca, ma fin qui strabiliante con 4 vittorie e 13 punti come Juventus e Lazio. Un avvio sfavillante quello dei friulani, che si sono issati fino alla vetta della classifica qualche settimana fa, gioco spavaldo e capacità di far gol, anche se non si è ancora ricomposta la coppia Thauvin-Lucca. I friulani, dicevamo, sono i peggiori possibili da affrontare per una big obbligata a vincere: non danno quella motivazione extra dovuta alla super sfida di cartello, come poteva essere nel derby di metà settembre, al contempo i bianconeri non sono una formazione che annaspa e sta avendo difficoltà , e quindi arriverà con la mente sgombra a San Siro per portar via punti. E poi, c’è un altro rebus: tre giorni dopo sempre al Meazza c’è il Club Brugge contro cui si può solo vincere in Champions, ma la testa deve essere rivolta innanzitutto al campionato, perché si insegue ambo i lati e questo Milan non può più rallentare.