Non si ferma la corsa del Milan, ma neanche quella di Stefano Pioli. I rossoneri vincono 2-1 sul campo del Sassuolo e si confermano la squadra migliore del momento, con 5 successi e un pari nelle ultime sei partite. Al Mapei Stadium torna in copertina Zlatan Ibrahimovic, che firma la doppietta decisiva inframmezzata dal rigore di Caputo. Successo meritato per il Milan, bravo a capitalizzare le occasioni e a sfruttare al meglio gli episodi. Il più rilevante di questi è la più che ingenua espulsione di Bourabia, che già ammonito entra male su Rebic nel recupero del primo tempo. Qui i piani di De Zerbi, che si era tenuto Boga e Djuricic per la ripresa, vanno a farsi benedire. Infatti i rossoneri non concedono quasi nulla e vanno più volte a sfiorare il tris.
Milan, contro il Sassuolo confermati il successo e Pioli. Cosa ne sarà di Ibra e del progetto?
Stefano Pioli - Foto Antonio Fraioli
La partita è divertente fin dalle primissime battute e non potrebbe essere altrimenti quando in campo si affrontano due delle due squadre più in forma del campionato, entrambe votate ad un gioco piuttosto offensivo. Il primo tempo è diviso equamente tra le due squadre, ma è il Milan a mostrarsi più concreto nei momenti che contano. I rossoneri tuttavia hanno passato almeno 15 minuti da incubo, ossia quelli intervallati dalla rete di Caputo all’ammonizione di Theo Hernandez, diffidato e dunque squalificato in vista del match di venerdì contro l’Atalanta. In mezzo abbiamo anche l’infortunio di Romagnoli, senza contare che all’interno della ripresa anche Bennacer si è visto sventolare il cartellino giallo: anche lui salterà il match contro la Dea.
Ci sono stati tuttavia almeno altri due minuti di tensione, che non hanno avuto niente a che fare col campo: quelli che hanno visto Ibrahimovic, intervistato nel postpartita, freddissimo in merito a una possibile permanenza la prossima stagione coi rossoneri. L’atteggiamento dello svedese, però, cambia sentendo la bomba di serata: Pioli con ogni probabilità sarà confermato. Lo svedese è incredulo e chiede se la notizia sia vera o meno, sembrando più propenso a rimanere nel capoluogo lombardo. Per quanto riguarda il campo, abbiamo parlato più volte dell’importanza di Ibra come leader dentro e fuori dal campo, vero e proprio fulcro della rinascita rossonera, ma questa sera si è visto qualcosa in più. Lo svedese è parso in netta crescita fisica rispetto alle ultime uscite, giocando probabilmente la migliore partita da quando è tornato a vestire la casacca del Milan e non soltanto per le reti segnate. Da play avanzato è tornato a fare la punta vera, occupando molto di più l’area e risultando una spina nel fianco continua per la difesa avversaria. E’ stato decisivo, ma deve continuare ad esserlo anche l’anno prossimo, dove potrebbe dare il suo contributo. Non è notizia di oggi che, con l’arrivo di Rangnick, la sua partenza sarebbe stata pressoché certa.
La situazione Ibra ha ancora il suo punto di domanda, così come è lecito porsi due dubbi in merito alla panchina. I motivi relativi alla permanenza di Pioli paiono legati all’idea della società rossonera che, soddisfatta dell’ultimo mese di lavoro, avrebbe pensato di rinnovare il contratto a quest’ultimo e relegare il tedesco a semplice direttore tecnico: proposta rigettata al mittente e trattativa chiusa bruscamente. Il motivo principale è inerente i risultati, che potrebbero tuttavia essere veritieri fino a un certo punto, dato che potrebbero essere stati drogati dalla situazione peculiare e dall’assurda forma fisica dei rossoneri. Bisogna infine porsi una domanda sul possibile progetto dei rossoneri. Il progetto Rangnick dava quella sensazione di moderno, europeo, di filosofia diversa, con annessi tutti quei bei nomi che stavano uscendo sul mercato e che il tecnico avrebbe coperto di rossonero. Con Pioli, probabilmente, si teme una valorizzazione degli elementi già presenti con l’aggiunta di nomi non eclatanti: il Milan punta alla Champions e, al momento, il gap con le prime quattro non può essere colmato con operazioni marginali. Riflessioni che, tuttavia, avranno una valenza maggiore fra un mese: come dice Pioli, il futuro dei rossoneri è il presente. E il presente sta brillando non poco.