“Sergio Conceicao è il nuovo allenatore del Milan. Il tecnico portoghese è reduce dall’esperienza al Porto, con cui ha rescisso il contratto al termine della stagione 2023/2024 per disaccordi con la società. Nel corso della sua esperienza pluriennale sulla panchina del club, ha collezionato tre titoli nazionali. Ora, Conceicao si prepara a guidare i rossoneri nella seconda metà del campionato, dopo l’esonero di Paulo Fonseca. Si tratta di un momento delicato per la formazione di Milanello, ottava in classifica con 27 punti. Il Milan è impegnato su un altro fronte, quello della Champions League, dove ha collezionato 12 punti in sei partite ed è dodicesimo nel maxi-girone. Oggi, Conceicao è a Milanello per la classica conferenza stampa di presentazione, prima di volare in Arabia Saudita. Il Milan, infatti, dovrà sfidare la Juventus nella semifinale di Supercoppa il 3 gennaio 2025.
Le parole di Ibrahimovic
“Voglio ringraziare Paulo Fonseca per quello che ha fatto, per il professionista che è“. Inizia così Zlatan Ibrahimovic, che affianca Conceicao al via della conferenza stampa rossonera. “Massimo rispetto per lui. Non è riuscito però ad avere continuità e al Milan i risultati sono fondamentali. La decisione è stata presa dopo la partita, è stato un errore mandarlo in conferenza stampa, chiediamo scusa a lui e ai tifosi. La responsabilità non è solo di un allenatore, ma vale per tutti”.
“Serve prenderci le responsabilità nel male e nel bene, il Milan è sempre preparato allo step successivo, sia se le cose vanno bene che se vanno male. Ora serve presentare Conceicao, anche se tutti sanno chi è. E’ un vincente, porta carattere. E’ entrato al Porto e ha ottenuto grandi risultati. Ieri ha voluto subito la squadra in campo per lavorare. Il nostro obiettivo è metterlo in condizione di lavorare al meglio“, conclude Ibrahimovic.
Le dichiarazioni di Conceicao
“Sono orgoglioso, è un onore lavorare in una squadra così grande“. Sono queste le prime parole del nuovo allenatore del Milan. “E’ un passo in avanti nella mia carriera, per il mio staff. I tifosi sono l’anima del club, senza di loro è difficile crescere. I loro valori vanno rispettati. Dobbiamo dimostrarci all’altezza di questo club, se siamo qui qualcosa non va. Non è colpa di una sola persona, ma di un gruppo. Dobbiamo riflettere, non c’è tanto tempo per lavorare in vista della Juventus ma non ci lamentiamo, non troveremo scuse contro una squadra competitiva”. Tra le fila dei bianconeri milita il figlio di Conceicao, Francisco: “Se ho sentito mio figlio? Ne ho cinque, li sento tutti i giorni. Francisco in campo è un avversario, a casa è un figlio, come per tutti i padri”.
L’allenatore si concentra sugli aspetti su cui lavorare: “Noi possiamo cambiare il sistema, ma c’è lo spirito della squadra che non è negoziabile. Serve arrivare a fine partita sapendo che abbiamo dato tutto, ma non è facile. Sapete che sono stato espulso spesso in partita, ma perchè vivo i match con grande passione. I giocatori devono capire che serve avere gli occhi che brillano quando entrano a Milanello. Non c’è una sola cosa che non funziona: problemi fisici, mentali, tattica… Paulo ha avuto partite anche molto belle, altre non tanto, ma questo fa parte del nostro lavoro. Giochiamo contro avversari di qualità, vorremmo sempre dare il meglio ma non si può. Non voglio scendere nei dettagli perché non sarebbe corretto nei confronti di un allenatore come Fonseca, che conosco da tanti anni e che rispetto“.
Il curriculum di Conceicao è ricco di esperienze, sia negli anni in cui ha occupato il campo da giocatore che in quelli passati nelle vesti di allenatore: “La differenza tra giocatore e allenatore? E’ tutto diverso. Il giocatore pensa di sapere tutto di calcio, ma non è così. Pensa al proprio giardino, si allena, per due ore. L’allenatore non dorme la notte, io per esempio stanotte non ho dormito. Pensa al gruppo. Tutto serve che sia perfetto, anche al giardiniere che prepara il campo la mattina. Lo staff vuole bruciare delle tappe per raggiungere una conoscenza di tutto e di tutti nel più breve tempo possibile”.
“Il Milan una delle migliori squadre al mondo a livello storico”
Il portoghese ha lasciato il Porto in estate ed è stato più volte accostato al Milan nel corso di quei mesi: “L’uscita dal Porto non è stata semplice, ma non voglio parlarne. Sì, quest’estate sono stato accostato al Milan, ma anche a tante altre squadre. L’ingaggio è stato tutto molto veloce. Perché sono qui? E’ una delle migliori squadre del mondo a livello storico, non potevo dire di no. Anche se avevo altre discussioni con altri club che rispetto molto”.
“Io un allenatore duro? Dipende dalla situazione, non cambierò il mio approccio. Faccio così da 13 anni“, spiega Conceicao sul proprio metodo. “I giocatori sanno che hanno davanti una persona diretta: comunicazione faccia a faccia, ci sarà qualcuno contento e qualcuno no. La pressione fa parte del calcio, ‘Ah c’è un brutto momento’, allora si deve migliorare per non vivere un momento ancora peggiore. Qua posso parlare benissimo, ma sono i risultati che contano“. “Io non devo dipendere dall’ambiente, io seguo le mie convinzioni. Il sistema per me non è importante quanto la dinamica da mettere in campo. Ovviamente c’è anche la strategia, ma la squadra deve capire i propri principi. Il gioco dominante per me è il risultato, per me il tiki taka è mettere la palla dentro“.
Conceicao sugli obiettivi e il rapporto con la squadra
“Faremo di tutto per arrivare in Champions League“. sentenzia Conceicao. “Al momento abbiamo giocatori fuori, ma dobbiamo lavorare con quelli che sono disponibili. Andiamo a lottare per arrivare a questa partita e vincerla. E’ chiaro che è meglio non avere infortuni, ma queste cose fanno parte del calcio“. “I giocatori sono tutti uguali, non fa la differenza se uno ha 17 anni o 37. Dipende da quello che fanno in allenamento, dando il massimo, arrivando al limite. Non ci sono differenze, in spogliatoio loro sanno che le esigenze sono uguali per tutti. Sicuramente il mio discorso con Leao sarà diverso rispetto a quello con qualcun altro, ma perché sono ragazzi diversi.”
“A me piace conoscere il giocatore, la sua storia, ma perché so che alcune cose possono portare un ragazzo a comportarsi in un certo modo“, aggiunge il tecnico, che poi parla della sua volontà di conoscere tutti i membri dello staff: “A me piace parlare con i dottori, i fisioterapisti… Capire come lavorano, cosa fanno, come sono trattati i giocatori infortunati. Sicuramente sono molte informazioni in così poco tempo. Con la direzione parleremo quando sarà necessario, vogliamo remare nella stessa direzione. In Champions League abbiamo due partite importanti, vediamo dove arriviamo“.
Infine, una nota sul mercato: “Voglio conoscere bene i ragazzi che sono qua, non voglio domandare qualcosa. Conosco solo i giocatori che sono stati più in campo, non è giusto che non conosco gli altri, soprattutto i giovani. A Nantes l’ambiente è stato diverso, anche se la situazione è simile. Qui c’è una pressione, questo ambiente ci deve dare una carica in più, non farci venire paura. Dobbiamo fare un lavoro molto difficile, ma sono molto fiducioso“, conclude l’allenatore.