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Premessa: il Milan è secondo in classifica e Theo Hernandez è indiscutibile in termini di qualità. Ma l’1-1 tra i rimpianti contro la Sampdoria offre quantomeno uno spunto di riflessione per un Milan che tra le mura amiche di San Siro non vince da sei partite in tutte le competizioni, come non le accadeva dal dicembre del 2013 con Massimiliano Allegri in panchina. A San Siro la squadra di Pioli sbatte contro una Sampdoria che gioca forte di una tranquillità da salvezza già raggiunta e di una solidità che non si è disunita nemmeno in inferiorità numerica con l’ingenua espulsione di Adrien Silva. Il Milan resta a quota 60 punti in classifica e può subire l’allungo dell’Inter oltre all’avvicinamento delle pretendenti ad un posto in Champions League. L’obiettivo ora è non solo evitare di perdere troppo terreno dai nerazzurri ma anche evitare di riaprire il discorso Champions.
Ma quello delle sfide a San Siro è un tema da tenere in considerazione visto che, come riportano le statistiche della Lega Serie A, il Milan è la squadra con la differenza negativa più ampia tra punti guadagnati in casa (22) e quelli ottenuti in trasferta (37) nei cinque massimi campionati europei. Troppo e dopo l’1-1 segnato da Quagliarella e Hauge il discorso torna di moda. Per mesi si è parlato dell’assenza di pubblico e della minor pressione derivata come una delle chiavi per l’exploit rossonero. Probabilmente, ora il Milan dal pubblico presente trarrebbe beneficio. Soprattutto chi in questi mesi sta vivendo forse il momento più sottotono dell’esperienza rossonera, su tutti Theo Hernandez, da settimane irriconoscibile e ancora oggi decisivo in negativo con un passaggio errato nell’azione che ha portato al gol di Quagliarella. Che sia frutto per l’ennesima mancata convocazione in Nazionale, non si può sapere. Una cosa è certa: al Milan serve il miglior Theo Hernandez. E dal miglior Theo Hernandez passano tanto delle chance del miglior Milan.
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