E’ arrivata la prima vittoria per il Milan di Rino Gattuso in Serie A, grazie al 2-1 sul Bologna con cui i rossoneri ritrovano i 3 punti a San Siro dopo più di due mesi. L’ex centrocampista si presenta col sorriso ai microfoni di Sky Sport, anche se sa che c’è ancora molto da fare a Milanello.
BISOGNA STABILIRE DELLE REGOLE – “Più difficile l’ultima mezz’ora oggi o ad Atene? Oggi è stata faticosa tutta la partita. Oggi abbiamo giocato bene ma dobbiamo ancora migliorare, se vediamo cosa è successo abbiamo ancora tanto da lavorare. Dobbiamo riuscire a lavorare in tranquillità, cercare di proporre il nostro gioco e lavorare sempre meglio. Non si vinceva in casa da settembre ma ora dobbiamo cercare di lavorare con calma e dare il massimo. Come portare in alto questo Milan? Con i giocatori, con i risultati, con il senso di appartenenza. Sono fondamentali le regole, perché ci sono tanti giocatori da gestire. Secondo me ci sono tanti giocatori validi in questa squadra, e lo dico con il massimo rispetto per Montella. Dobbiamo sicuramente ritrovare una condizione fisica che può permettere alla squadra di fare il lavoro giusto”.
C’E’ ANCORA TANTO LAVORO DA FARE – “Devo lavorare ancora tanto, però quando vedo qualcuno che quando gli chiedi di correre 5 minuti ti guarda come se gli avessi chiesto di scalare l’Everest capisco che bisogna ancora lavorare tanto. Dobbiamo preparare le partite in modo corretto. So che la squadra mi segue, ho scelto qualche concetto da portare in avanti perché sennò è un casino. Dobbiamo gestire palla negli ultimi metri, dobbiamo continuare con un ottimo palleggio. Stiamo ricercando una buona gestione della palla”.
I GIOCATORI POSSONO FARE MEGLIO – “Ci sono un sacco di giocatori che possono fare meglio. Penso che non tutti abbiano espresso il massimo. Bisogna mettere gli attaccanti in condizione di essere pronti quando il pallone arriva in area. Ci sono tanti ottimi giocatori ma non devono pensare solo al gol, ma anche a giocare bene con la squadra”.
I PRIMI ANNI AL MILAN ROSICAVO – “Io ho ancora negli occhi Instambul, quando uscimmo gol Galatasaray. C’erano Demetrio (Albertini, ndr), Costacurta, Maldini, che avevano vinto il mondo ma piangevano, e queste sono state lezioni importantissime. I primi anni che ero al Milan rosicavo, perché tutti avevano già vinto e io non avevo ancora vinto niente. Ogni tanto vedevo gli altri calciare benissimo e pensavo “E io che c***o ci faccio qui?”, mi bruciava dentro”.