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Se si dovesse tracciare un identikit della guastafeste Scudetto per eccellenza degli ultimi anni avrebbe i colori viola e un centravanti sudamericano in attacco. Insomma, la Fiorentina. Fu Amauri nel 2012 stendere il Milan e a favorire il sorpasso della Juventus e fu Simeone a gelare il Napoli di Sarri nel 2018. Un attaccante sudamericano c’è anche quest’anno, quell’Arthur Cabral che si è manifestato solo a sprazzi. Ma contro il Milan capolista i viola arrivano nel momento di crisi più pesante dell’era Vincenzo Italiano. Torreira e compagni hanno perso nelle ultime due gare di campionato contro Udinese e Salernitana incassando sei gol a fronte di uno realizzato e non collezionano tre sconfitte di fila in Serie A addirittura da dicembre 2019, quando in panchina c’era il doppio ex Vincenzo Montella. Numeri impietosi per una squadra che da tempo stava manifestando qualche problema, soprattutto in trasferta. La Fiorentina ha sempre subito gol nelle ultime 13 partite di campionato fuori casa e non arriva alla serie di 14 da dicembre 2020 e da dicembre 2001. Pioli, grande ex di turno, però ha le idee chiare. Guai a sottovalutare Cabral e compagni. Anche se i numeri sono incoraggianti in un San Siro strapieno e che non subisce gol da tre partite di fila. Pochi i dubbi per Pioli: Calabria, Kalulu, Tomori e Theo Hernandez gli intoccabili in difesa; Kessie e Tonali pronti in mediana. L’unico dubbio è tra Messias e Saelemaekers ma l’ex Crotone contro la Lazio ha fornito spunti incoraggianti e dovrebbe essere confermato. Poi Diaz e Leo, dietro Giroud. E Ibra? La Fiorentina è la sua vittima preferita (11 gol) e con una rete supererebbe Piola nella classifica dei marcatori più anziani della Serie A. Motivazioni Scudetto e personali, occhio alla fame del veterano.
Veterano è anche Handanovic che si riprenderà il posto da titolare dopo l’erroraccio di Radu che è costato la vetta. Ad Udine servirà la fame ma anche il cinismo visto contro la Roma e che è mancato a Bologna. In difesa out Bastoni: è ballottaggio tra D’Ambrosio e Dimarco con Skriniar e de Vrij contro una fase offensiva – quella friulana – che in tre delle ultime sei partite di campionato, ha prodotto almeno quattro gol. Non ci sarà Calhanoglu per squalifica, tocca a Vidal. Davanti Dzeko e Lautaro, l’usato sicuro per vincere quattro partite su quattro e sperare che il 27 aprile non sia un altro 5 maggio.
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