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Sono bastati poco più di due mesi a Vincenzo Italiano per cambiare la mentalità di una Fiorentina irriconoscibile nelle ultime stagioni. Una squadra spenta, impaurita, schiava delle brutte figure è diventata una squadra sfrontata, sempre a testa alta vogliosa di riprendersi quanto lasciato negli ultimi tempi.
A parte qualche innesto importante sul mercato, Nico Gonzalez su tutti, è servito tutto l’ardore, la passione e preparazione del nuovo tecnico ex Spezia per invertire il trend. In tanti l’anno scorso pensavano ai liguri come una delle sicure retrocesse invece Italiano, con il monte ingaggi più bassi della serie A e tanti giocatori alla prima esperienza in massima serie, è riuscito a salvarsi senza mai abbandonare i suoi principi.
Già dal capolavoro Trapani, passando per la vittoria nei play-off proprio con gli spezzini si era capito come l’ex centrocampista fosse uno dei nomi nuovi da tenere sott’occhio, ma bisogna sempre confrontarsi con i grandi per capire realmente di che pasta si è fatti.
Tatticamente per lui è difficile abbandonare un 4-3-3 quasi dogmatico con una linea difensiva alta, alla ricerca sistematica dell’anticipo in mezzo al campo e una squadra raccolta in pochi metri. In fase di possesso il play davanti la difesa si abbassa spesso in mezzo i centrali formando una linea di costruzione a 3 sempre più usata nel calcio moderno con i terzini molto alti, fondamentali nello sviluppo del gioco soprattutto per la frequenza con cui dialogano con l’interno di centrocampo di riferimento. Tanto il lavoro anche per il tridente offensivo, con il centravanti chiamato spesso al lavoro di raccordo e i movimenti degli esterni spesso asimmetrici con uno largo e l’altro a buttarsi dentro.
Questa in grandi linee è una piccola parte di ciò che continua a far vedere nel tempo, mutando alcune situazioni di gioco sempre più funzionali agli interpreti a sua disposizione. La strada è lunga, il campionato solo all’inizio ma la Fiorentina è stata brava e fortunata, dopo l’addio prematuro di Gattuso, ad iniziare un ciclo con un mister di cui sentiremo parlare per tanto tempo ancora.
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