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Immaginate di tornare indietro nel tempo durante la festa Scudetto e pronosticare ad un qualsiasi tifoso del Napoli l’arrivo di Walter Mazzarri per la stagione col tricolore sul petto. Incredibile a pensarci, ma lo scenario meno realistico si è concretizzato a Roma, negli uffici della Filmauro, dove alla fine Aurelio De Laurentiis ha deciso: sei mesi senza opzione a Mazzarri sono una soluzione più conveniente di un biennale a Igor Tudor per il dopo Rudi Garcia. E così a dieci anni di distanza dall’addio, Walter Mazzarri torna a Napoli, dove ha vinto la Coppa Italia 2011/2012, unico trofeo di una carriera che lo ha visto compiere autentici miracoli sportivi (Reggina 2006/07) e proporre un calcio solido e ordinato. L’esperienza di Garcia dura poco, pochissimo, spezzata dai due Aurelio: Andreazzoli e il patron azzurro. E adesso per Mazzarri c’è una montagna da scalare perché la ripresa dopo la sosta vedrà gli azzurri affrontare in ordine Atalanta, Real Madrid, Inter, Juventus e Braga.
Nelle sue mani c’è una fetta di stagione, non ancora compromessa, anche se la scelta del tecnico toscano sembra essere una chiara mossa per non impegnarsi oltre giugno, con l’intenzione di puntare su un profilo più autorevole di Tudor. Poi però c’è il campo. E il campo dice che Mazzarri nella sua carriera non si è mai spostato dalla difesa a tre (se non per una piccola fase a Torino). Sul fronte d’attacco la rosa vede sei giocatori. Tanti. Osimhen e Kvaratskhelia sono gli intoccabili. Poi ci sono anche Raspadori, Simeone, Politano, Lindstrom, oltre a Zerbin. La storia del tecnico sembra condurre verso un 3-4-3. La soluzione più intuitiva, con un big sacrificato a centrocampo. Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, tra le carte giocate da Mazzarri per convincere De Laurentiis, ci sarebbe proprio la disponibilità a dare continuità al 4-3-3. “Non ho mai potuto farlo perché non avevo i giocatori adatti“, disse una volta. E di lui Rolando Bianchi aggiunse: “Chi pensa che sia un difensivista non capisce niente di calcio”. Adesso la rosa per spazzare via cliché e certezze c’è. La continuità tattica per il Napoli sarebbe una rivoluzione per Mazzarri. E la continuità per Mazzarri rappresenterebbe una rivoluzione per Kvara e compagni. Insomma, non una scelta banale per il dopo-Spalletti/Garcia. Peraltro il tecnico di San Vincenzo già in passato fu vicino ad ereditare una squadra allenata in precedenza dal collega di Certaldo (anche se qui in due stagioni diverse e con un altro tecnico in mezzo). Era la Roma del 2009/10. Alla fine i giallorossi puntarono su Ranieri e il toscano si accasò al Napoli. Dieci anni dopo è un altro calcio. E forse anche un altro Mazzarri.
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