“Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli”. Lo ha detto il tecnico Maurizio Sarri in un’intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua avventura con il club partenopeo, a poche settimane dall’addio alla Lazio. E sulle dimissioni da allenatore biancoceleste, si limita a parlare di “ambiente appiattito, squadra intorpidita”. Al Napoli perse uno Scudetto che sembrava in cassaforte “in albergo”: “Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Inter-Juventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve”. Poi l’approdo proprio alla Juventus: “Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco”.