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“C’è un freno politico verso lo sport che è il 13esimo comparto industriale del Paese, va attenzionato meglio. All’estero esistono i ministeri dello Sport. In Italia lo sport non è considerato rilevante nell’economia del Paese. Abbiamo un contesto legislativo obsoleto e a noi è negato qualsiasi aiuto”. Ci va giù pesante Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, in un’intervista al “Corriere della Sera”, sulla poca attenzione verso lo sport e in particolare il calcio da parte del Governo. Il settore calcio è un contribuente “che in 13 anni ha versato 14 miliardi in tasse“. Le casse dei club piangono ma d’altro canto “il mecenatismo è morto. Servono proprietà competenti, stabilità e continuità. Anche a danno dei risultati sportivi. Il calcio italiano non è più appetibile e rispecchia la situazione del Paese a livello politico e imprenditoriale. Input per risollevarsi? Valorizzazione delle proprie risorse, contenimento dei costi e incremento delle strutture. Non vince chi più spende, meglio far vivere il valore della competenza”.
Per Marotta la Superlega era “un grido d’allarme, di disperazione, di alcune società con un forte obiettivo competitivo. Va rivisto il modello organizzativo – sottolinea il dirigente – Il rischio d’impresa è dei club, se Fifa e Uefa vogliono rimodellare il calendario lo tengano presente. La Champions nel 2024 aumenterà di 100 partite. La Fifa vuole il Mondiale biennale: ma la tutela delle società dov’è? Se ti do un giocatore per due mesi perché devo pagarlo io?“. Nell’obiettivo anche una riforma dei campionati: “Si deve scendere a 18 squadre e non solo. Le leghe inferiori stanno in piedi grazie a un concetto mutualistico di assistenza. Per le leghe minori si potrebbe reintrodurre il semiprofessionismo. Ma manca l’attenzione dello Stato. In Europa negli ultimi 10 anni sono stati costruiti 153 nuovi stadi e investiti 19,8 miliardi. In Italia uno solo. Va reintrodotto il ministero dello Sport. Lo sport rappresenta un comparto industriale incredibile, un’eccellenza del Made in Italy. Il recovery plan porterà 235 miliardi, il calcio e lo sport devono avere una parte importante: serve un progetto nazionale per sostenerlo”.
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Sulla situazione dell’Inter: “La nostra condizione è alla pari degli altri club e stiamo pagando regolarmente gli stipendi, anche gli ultimi di settembre. Siamo usciti dal tunnel. C’è stabilità, la cassa dà tranquillità. Zhang ha passione. Il presidente ha ribadito più volte il proprio impegno a lungo termine nell’Inter”. Sui rinnovi di Lautaro, Barella e Brozovic: “Per Barella e Lautaro si va verso una gratificazione e un prolungamento del contratto: siamo vicini. Brozovic invece è in scadenza, servirà un po’ più tempo, ma ho fiducia“. Infine una battuta sul suo futuro: “Aspettiamo che torni Zhang, credo si possa continuare assieme. Dopo l’esperienza Inter cercherò qualcos’altro fuori dai club. A me piace la politica dello sport, magari un ruolo istituzionale mi piacerebbe”.
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