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Dieci ammonizioni, un’espulsione. Numeri che fanno pensare ad una gara sfuggita al controllo dell’arbitro. Poi un gol convalidato ma annullato per fuorigioco, un rigore concesso e confermato dopo la consultazione var, un rosso pesantissimo a Theo Hernandez nato da un’azione dubbia, un rigore non concesso nel finale che somiglia tanto all’episodio che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni. E’ l’arbitraggio di Fabio Maresca designato all’Olimpico per dirigere Roma-Milan, big match di chiusura della domenica dell’undicesima giornata di Serie A. Josè Mourinho non ha voluto commentare, ha negli occhi l’ultimo episodio quello del contatto tra Kjaer e Pellegrini che tanto somiglia a quello tra Dumfries e Alex Sandro. Stessa dinamica, esito diverso: uno è rigore, l’altro no. “Grosso come una casa“, dice Mancini.
Il danese (migliore in campo) sbaglia solo nei minuti di recupero, colpendo il polpaccio di Pellegrini che lo aveva anticipato. Per Maresca non è rigore, il Var non lo richiama e la partita scorre fino al 2-1 finale. Peccato che pochi giorni fa ci sia stato il richiamo var con conseguente rigore per la Juventus contro l’Inter. Insomma, la nozione di ‘chiaro ed evidente errore’ continua a far discutere prima gli arbitri stessi che tifosi e opinionisti. Maresca e Mariani, decisioni diverse e tante confusione nonostante lo strumento che la confusione doveva cancellarla.
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