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“A Miami non è stato chiuso tutto. La libertà è la cosa più importante e non ce l’hanno mai tolta: siamo potuti uscire quando volevamo. Questa è stata la differenza principale rispetto all’Italia dove la gente ha trascorso tanto tempo in casa. I miei genitori abitano a Pandino in provincia di Cremona e sono bloccati da due mesi: fortunatamente loro stanno bene. Soffrono a stare in casa, ma è meglio lì che all’ospedale“. Queste le parole d’esordio di Massimo Marazzina, intervistato dal sito ilposticipo.it, in merito alla sua permanenza a Miami in piena emergenza Coronavirus.
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In seguito Marazzina ha commentato uno dei suoi maggiori rimpianti in carriera, ovvero il flop da giocatore della Roma, dopo la straordinaria esperienza al Chievo, nel 2003: “Sono stati mesi turbolenti. Non avrei mai voluto lasciare Verona: stavo benissimo, ero coccolato e amato. Sono andato a Roma perché credevo di poter fare il salto di qualità, ma quando sono arrivato c’era una gran baraonda. Le cose non sono andate bene un po’ per colpa mia e un po’ per via di quella situazione. Tutti quanti non vedevano l’ora che finisse l’anno per ricominciare: non c’erano più né stimoli né obiettivi da raggiungere“.
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