
Christos Mandas, Lazio - Foto Domenico Cippitelli/IPA Sport
Hanno lavorato con pazienza e umiltà, hanno aspettato il loro turno, si sono fatti trovare pronti e ora danno l’idea di essere intoccabili: Chrīstos Mandas e Mile Svilar sono le note forse più liete del 2025 di Lazio e Roma, pronte a sfidarsi nel derby di domenica sera all’Olimpico. La loro storia è diversa per le tempistiche, ma simile negli sviluppi: il romanista ha due anni in più ed è titolare inamovibile sin dalla scorsa stagione, dopo l’approdo di Daniele De Rossi che gli affidò la maglia da titolare tra i pali al posto del veterano Rui Patricio, venendo ripagato con la strepitosa prestazione che permise ai giallorossi di eliminare il Feyenoord ai calci di rigore. Mandas è classe 2001 e solo in queste settimane sembra essere riuscito a scavalcare nelle gerarchie Ivan Provedel, protagonista indiscusso nelle sue prime due stagioni biancoceleste, ma reduce da qualche incertezza di troppo nell’annata in corso.
L’ultimo lampo di classe il greco lo ha offerto sul sintetico di Bodo, dove è riuscito ad evitare che la disfatta (2-0) assumesse dimensioni peggiori. L’estremo difensore laziale ha subito negato il gol ad Hauge con un gran colpo di reni, poi nel finale ha evitato in due occasioni il 3-0 con due miracoli sui tiri a botta sicura dei norvegesi. Se esistono ancora margini per sperare in una rimonta giovedì prossimo, la Lazio lo deve al suo portiere, che spera di partire titolare anche nel derby contro la Roma. Il ballottaggio è aperto, ma Mandas ha dalla sua i numeri. Non solo quelli in Europa, dove ha subìto sette reti in otto gare, ma anche quelli in campionato, dove ha ottenuto due clean sheet in due presenze. Nella settimana che deciderà la stagione biancoceleste, Marco Baroni ha una scelta da fare che sulla carta sembra essere semplicissima.

Non c’è più da un anno il ballottaggio in casa Roma. Dopo una serie di incertezze Rui Patricio perse il posto ad inizio 2024 e Svilar non si è più lasciato sfuggire la maglia da titolare. Ha ringraziato più volte De Rossi (“l’allenatore più importante della mia carriera”) e si gode le lezioni di Ranieri (“Gli ho chiesto di restare”). I tifosi chiedono a gran voce un rinnovo che non arriva, ma lui si dimostra calmo: “Non capisco la fretta, ho un contratto fino al 2027. Non c’è bisogno di fare casino”, ha detto recentemente al Corriere dello Sport. La voglia di rimanere in giallorosso c’è e non è poca. Nella Capitale è riuscito a lasciarsi alle spalle gli anni di smarrimento dopo l’esordio da giovanissimo al Benfica. Lo chiamavano predestinato e qualcuno ad un certo punto ha pensato di essersi sbagliato. Ha avuto bisogno di tempo, ma alla fine Svilar è riuscito ad imporsi ad alti livelli. Lo dimostrano i numeri: solamente 19 i gol incassati su azione in questa stagione di Serie A, che lo vede, insieme a Di Gregorio e Sommer, il portiere con più clean sheet (12). Ora c’è un derby per continuare a sperare nella Champions: le certezze delle romane stanno in porta.