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Maestro batte allievo al Bentegodi. O più semplicemente, l’ambizione maggiore batte chi a questo campionato può chiedere solo una quota di punti superiore rispetto a quella dell’anno scorso. L’Atalanta di Gasperini (con la difesa a quattro) supera 2-0 senza troppi problemi l’Hellas Verona di Juric in una gara a senso unico. “Il miglior allenatore italiano“, per usare le parole del tecnico scaligero sul suo collega ed ex mister al Genoa, si porta a quota 55 punti in classifica e blinda il quarto posto in classifica nel turno di campionato che sarà chiuso da Roma-Napoli. Primo accenno di crisi stagionale per l’Hellas Verona che è reduce da tre sconfitte consecutive come non le capitava dal maggio del 2018 quando furono sette i ko di fila. Ma non solo: dopo quattro partite interne senza subire gol, l’Hellas Verona ha concesso almeno una rete in tutte le ultime 11 gare casalinghe. Troppi, o meglio: inediti rispetto alla solidità difensiva a cui ci ha abituato l’Hellas Verona di Juric. Torna a vincere in trasferta invece l’Atalanta dopo la sconfitta di San Siro contro l’Inter e i numeri fuori casa dei bergamaschi sono impressionanti: non perde due trasferte di fila dal novembre del 2017, cioè a pochi mesi di distanza dall’arrivo di Gasperini che vince il duello nel duello con Juric per la terza volta in cinque incroci.
Apre Malinovskyi (33′), chiude Zapata (42′) che stavolta chiude il discorso tre punti in barba alla statistica che lo vede come autore del maggior numero di gol (9) senza portare punti. Ma quel che più impressiona sono le statistiche delle due squadre rispetto alla scorsa stagione: l’Atalanta ha persino due punti in meno rispetto al 2019/20, 15 i gol segnati in meno. Dati che più che sminuire la classifica di quest’anno, fanno pesare enormemente l’entità dell’impresa dell’anno scorso con un Gomez in più. Ha cambiato molto di più l’Hellas Verona che ha cambiato volto ma non classifica. Rispetto alla scorsa stagione, l’Hellas di Juric ha un solo punto in meno nonostante le cessione dei vari Kumbulla, Amrabat e Rrahmani. Il tesoro evidentemente sta in panchina. E l’allievo dal maestro ha imparato bene.
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