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Senza scomodare l’alieno Gavi, nel panorama continentale Youssoufa Moukoko ed Evan Ferguson sono solo due dei classe 2004 ad avere un minutaggio da big. Alla lista si possono aggiungere anche ragazzi più giovani, come Zaire-Emery (2006), Mathys Tel (2005) o Lamine Yamal (2007). Ad oggi l’attaccante del Milan, classe 2004, Luka Romero non è ancora riuscito a superare lo scoglio della continuità. L’esterno argentino non ha convinto Maurizio Sarri alla Lazio, mentre Stefano Pioli lo ha scelto per il match di Napoli al posto di Pulisic a gara in corso. L’esame del ‘Maradona’ non è stato superato: pochi spunti e poco coraggio e alla fine l’argentino guasta ulteriormente la sua prestazione con il fallo (evitabile) che porta alla punizione di Raspadori. Errori normali di inesperienza, ma stasera (ore 20:45) contro l’Udinese toccherà a lui e servirà una bella prova per non perdere ulteriore terreno nelle gerarchie. Stefano Pioli difficilmente boccia un giovane per una gara sbagliata e non sarà il caso di Romero, a cui peraltro nelle scorse settimane aveva dedicato belle parole. Ma serve un segnale da parte di un giovane che ha lasciato la Lazio per una trattativa sul rinnovo non andata a buon fine per le commissioni.
Approdato in biancoceleste a 16 anni e andato in gol a 17 anni (e 357 giorni), è il secondo marcatore più giovane della storia in Serie A della Lazio. Fu un novembre magico per lui, anche se illusorio. Dopo la rete al Monza, Sarri gli offrì una maglia da titolare contro la Juventus, ma non riuscì a confermarsi, collezionando in seguito trenta minuti in sei mesi. Se anche dovesse segnare, con il Milan non entrerebbe però in nessun podio speciale. Solo nel ventunesimo secolo più giovani di lui ad andare in rete furono Bryan Cristante (18 anni e 10 mesi), Manuel Locatelli (18 anni e 8 mesi), Alexandre Pato (18 anni e 4 mesi), oltre ai 17enni Niang e Paloschi in Coppa Italia. In ogni caso per Romero la grande occasione arriva con Pulisic malconcio e Chukwueze ai box. Sotto la spinta di San Siro, agirà nel tridente con Leao e Giroud. La ‘garra’ non gli manca, la qualità neppure, così come quel tiro dalla distanza che aveva fatto intravedere in estate, prima ai Mondiali Under 20 e poi nel precampionato contro il Real Madrid. La sensazione è che manchi autostima e malizia. Può migliorare solo giocando e a San Siro vuole essere protagonista. Pioli non aspetta altro, Scaloni pure.
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