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L’Inter prende e porta a casa un pareggio che serve a poco, ma che è decisamente meglio di niente: per come si è messa la partita dell’Olimpico, avrebbero meritato di più gli uomini di Fonseca, traditi da una palla inattiva e da una sciagura di uno Spinazzola formato croce e delizia. Un pareggio che con ogni probabilità apre i titoli di coda di questo campionato di Serie A, Lazio volendo. Agli uomini di Inzaghi è affidato l’ingrato compito di tornare alla vittoria dopo quattro partite a secco, in un palcoscenico come quello dell’Allianz Stadium che vedrà la Juventus più motivata che mai.
Anche in caso di vittoria biancoceleste, tuttavia, le speranze nerazzurre sembrano ridotte al lumicino: la Lazio diverrebbe la principale contendente e allo stesso tempo la banda di Conte dovrebbe ottenere la massima resa contro Fiorentina, Genoa, Napoli e Atalanta. E’ anche vero come gli episodi arbitrali non siano favorevoli ai meneghini, vedi il fallo di Kolarov su Lautaro Marinez che innesca la rete di Spinazzola: Del Piero, da attaccante, nel postpartita ha affermato come sia fallo, e bisogna credergli. Certo, l’Inter è stata disattenta sui 60 metri di campo rimanenti, Lautaro accentua, ma è un fallo che Di Bello avrebbe dovuto fischiare. E’ stato il turning point della partita, con la formazione ospite costretta rientrare negli spogliatoi vedendo sfumato un vantaggio.
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Ciò tuttavia non toglie un’oncia di merito ai giallorossi, agevolati anche dalle scelte controverse di Antonio Conte: Eriksen e Lukaku meritavano di giocare ben più dei 20 minuti concessi loro. Il primo entra con brio e dà certamente più fantasia alla manovra d’attacco dell’Inter. Sta rischiando però di diventare un vero caso, nonostante Marotta faccia da pompiere. Il belga invece dà il peso che mancava al reparto nerazzurro: sul rigore è freddo e non è mai una cosa scontata quando i calci dal dischetto sono così pesanti. Non si capisce perché ultimamente una squadra come l’Inter, soprattutto nelle partite decisive, perda serenità e compattezza al primo colpo di vento: è già capitato con Sassuolo, Bologna e Verona. I calciatori dovranno crescere soprattutto a livello di esperienza, dato che la gestione della pressione non è una prerogativa che si conquista dal giorno alla notte. Questo non deve essere tuttavia un alibi per il tecnico: l’Inter è decisamente poco contiana. Non è spettacolare, si accontenta del gol segnato da de Vrij e viene punita. Il secondo tempo è a tratti sconcertante: i nerazzurri non tirano mai in porta, sembrano senza motivazioni mentre l’odore, pur lontano, di Scudetto, avrebbe dovuto fare la differenza.
E’ stata comunque una partita strana: quattro gol, ma in realtà non ci sono state tante occasioni pulite da ambo le parti. Una partita che in un certo senso è sfuggita alla logica del merito e che è stata decisa da quattro episodi: quattro episodi che, tuttavia, avvicinano lo Scudetto sul petto dei bianconeri. Piccola consolazione matematica: la formazione di Conte è matematicamente qualificata alla prossima Champions League. Ma si parla di una consolazione davvero esigua, soprattutto tenendo conto delle aspirazioni di inizio stagione.
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