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“Si va meno alla Var? Vorrei che passasse l’idea che ci si va quando si deve. Ci può essere una partita con 4 interventi come un’altra con nessun intervento e che entrambi i casi siano corretti”. Queste le parole di Gianluca Rocchi in un’intervista rilasciata ai microfoni della Gazzetta dello Sport sull’utilizzo della Var in Serie A, che sta creando parecchie polemiche. L’ex arbitro è stato scelto per facilitare le comunicazioni tra direttori di gara e club. “Io rimango un arbitro ma abbiamo deciso di rendere il ruolo esterno per avere più terzietà – ha spiegato Rocchi -. La mia idea è capire ad esempio su un episodio su cui la commissione ha deciso una linea di intervento se questa trova o meno riscontro nelle squadre. Quando un episodio lo spieghi per come è nato, per come lo hai vissuto e sofferto, con trasparenza, tutti ti accettano con più facilità . Se lo lasci nel dubbio chiunque può dire la sua e tutti possono avere ragione o torto. C’è ancora qualche carenza nella conoscenza del regolamento ma mi hanno sorpreso la partecipazione e l’educazione di tutti” – ha poi aggiunto parlando di come procede il suo lavoro.
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“Il grande obiettivo è trovare arbitri che arbitrino bene sul campo – ha aggiunto Rocchi – Quando c’è una linearità di interventi coerenti appena c’è qualcosa che non torna te ne accorgi subito e anche per il Var è più facile. E’ talmente soggettivo il ‘chiaro ed evidente errore’… Più rendiamo chiara e semplice la casistica e più sarà facile per gli arbitri e gli stessi calciatori ritrovarsi al suo interno”.
“Vorrei creare un appuntamento fisso, non so che in cadenza ancora – ha detto Rocchi riguardo alle spiegazioni delle scelte al pubblico -. In Bundesliga usano Twitter: è un’idea positiva, per noi sarà f ondamentale avere la sala Var a Coverciano e mi auguro arrivi il prima possibile. Sarà una location fondamentale dove lavorare tutti insieme e dove rispondere ai quesiti”.
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