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“Abbiamo un’emergenza nazionale che sono gli stadi. Quelli italiani, per quelli che sono gli standard Uefa, sono vicini a quelli di alcuni Paesi dei Balcani. Per il resto siamo sotto” e questa “è un’urgenza su cui abbiamo chiesto aiuto al governo”. È l’allarme lanciato da Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, in occasione del festival Green & Blue agli Ibm Studios di Milano. Secondo Casini “non è un problema soltanto di soldi” e soprattutto il restyling degli impianti principali dovrà essere garantito “anche senza gli Europei del 2032” (che vede l’Italia candidata in competizione con la Turchia). Questo perché gli impianti italiani “sono vetusti, ‘nati vecchi’ e concepiti vecchi quando sono stati rinnovati nel 1990” per i mondiali, con strutture “in molti casi fatiscenti”. Al momento non sono poche le città (Cagliari, Roma e Milano su tutte) che lavorano per un nuovo impianto. Due però sono gli ostacoli secondo Casini: “In Italia per realizzare opere pubbliche, come sono gli stadi, ci sono sempre problemi burocratici. Il secondo ostacolo – conclude – è il livello di governo: sono opere dove interviene il Comune, ma lo stadio ha ricadute talmente importanti che il livello comunale non ce la fa: serve l’aiuto di un livello di governo più alto”.
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