E’ una serata agrodolce per la Juventus, ancora una volta bella a metà con il risultato che emerge nel secondo tempo, già successo a Bergamo e poi – con un pareggio che lascia aperte le speranze – col Siviglia, quindi anche stasera contro una Cremonese ora sempre più vicina a una onorevolissima retrocessione. Fagioli più Bremer, secondo posto e sul campo mancano appena due punti per la qualificazione alla Champions, in attesa però della sentenza del Corte d’Appello Figc che potrebbe infliggere una penalizzazione tale da estromettere nuovamente – e definitivamente, dal campionato almeno – i bianconeri dalla corsa per la coppa più prestigiosa.
La serata, però, come detto, è agrodolce: già, perché il primo tempo non è soltanto giocato in sordina dalla squadra di Allegri, ma anche spaccato in due dall’infortunio al 21′ di Paul Pogba, che proprio oggi tornava a giocare titolare, per la prima volta in stagione. Dalla sorpresa al dramma sportivo, le lacrime, lo sconforto, la sensazione di essere incappato in un altro stop non breve. Non è il ginocchio, è un problema muscolare, ma basta per ammutolire lo Stadium, che già fatica a digerire la nuova maglia del prossimo anno, con quel giallo che deve ancora scaldare i cuori.
Si torna a vita solo nella ripresa, quando Fagioli la sblocca su serpentina super di Chiesa, stavolta per un attimo ai livelli dei suoi tempi migliori pre-infortunio, quindi ben pochi rischi per Perin e una prestazione positiva a livello qualitativo, anche se contro la penultima. Bremer toglie ogni patema d’animo dal finale e si può già pensare al Siviglia, la notte che fra quattro giorni deciderà forse la stagione della Juve, visto che un’eliminazione potrebbe poi essere accoppiata pochi giorni dopo alla nuova penalizzazione, e addio chance di Champions.
Che per i conti del club sarebbe invece vitale, così come per riavviare per l’ennesima volta un progetto vincente. Con o senza Giuntoli, con o senza Allegri: al momento si pensa allo stretto presente, e dopo l’esame Cremonese superato seppur con un filo (forse qualcosa in più) di tristezza, bisogna volare in Spagna e far vedere il lato migliore di una squadra sempre indecifrabile e sempre sul filo sottile che separa il fallimento dal sogno.