Vincerle tutte come obiettivo, per poi vedere alla fine il grado di nobiltà di Europa raggiunto. L’allenatore della Lazio, Igor Tudor ci crede e nel match casalingo di stasera (ore 20:45) all’Olimpico può persino battere un record. Contro la sua ex squadra, l’Hellas Verona, il tecnico croato può diventare solo il secondo allenatore negli ultimi 65 anni in grado di vincere tutte le sue prime tre partite casalinghe alla guida dei biancocelesti in Serie A, dopo Delio Rossi (che si spinse fino a quattro successi nell’ottobre 2005). La sua Lazio è in crescita e la vittoria sulla Juventus in Coppa Italia – macchiata dall’eliminazione per il ko per 2-0 nell’andata a Torino – ha fotografato i passi in avanti della squadra e dei singoli. A partire da Valentin Castellanos, che ha scacciato dubbi e critiche con due gol, uno più bello dell’altro, che hanno illuso l’Olimpico. L’attaccante ex Girona ha ormai vinto il ballottaggio con Ciro Immobile, relegato al ruolo di arma di lusso da ultimi venti minuti. Alle spalle del centravanti sono pronti Felipe Anderson e Luis Alberto, mentre a centrocampo si scalda Matteo Guendouzi al fianco di Matias Vecino. Muscoli e polmoni per un centrocampo che sembra in linea con la mentalità di Tudor, che nel post gara di martedì ha fissato le sue linee guida per il mercato: “Servono giocatori con più gamba”. Quella che non manca ad Adam Marusic, titolare indiscusso sulla destra, mentre Hysaj è in vantaggio su Pellegrini a sinistra. Con Gila ai box, in difesa tocca a Patric, Romagnoli e Casale a protezione di Mandas (ancora titolare in attesa del rientro di Provedel). Di fronte c’è un Verona che è rimasto imbattuto nelle ultime tre trasferte di campionato e che si è avvicinata alla salvezza grazie alla vittoria sull’Udinese al Bentegodi. Baroni recupera Dawidowicz, che si accomoderà in panchina, con Magnani e Coppola al centro del reparto arretrato. Centonze e Cabal i terzini, mentre Duda e Serdar sono i favoriti in regia. Probabile l’utilizzo di Noslin falso nove con il tridente Suslov, Folorunsho e Lazovic a supporto. All’Olimpico l’Hellas non intende fare barricate: “Dovremo essere pronti a reggere l’urto dell’avversario, a ripartire, anche a fare la partita se ce ne sarà la necessità. Su campi come quello dell’Olimpico non si può stare bassi, rannicchiati nella propria metà campo”, le parole di Baroni in conferenza stampa. Le ultime gare gli hanno dato ragione, ma ora davanti troverà una Lazio che ha riscoperto il valore del fattore campo.