Serie A

Lazio, Sarri: “Queste scene si vedono solo in Italia, l’Inter doveva buttare la palla”

Maurizio Sarri, Lazio 2021-2022
Maurizio Sarri, Lazio 2021-2022 - Foto Antonio Fraioli
Siamo andati sotto su rigore ma eravamo in partita. Ai ragazzi ho detto che se fossimo rimasti in partita non avremmo perso mai. L’episodio del 2° gol? C’è poco da dire. Con Dimarco a terra la palla ce l’ha l’Inter e sono loro che calciano in porta, dovevano essere loro a mettere la palla fuori. Noi abbiamo continuato a giocare, c’è un regolamento e queste scene si vedono solo in Italia. In Premier nessuno protesta per queste cose. Luiz Felipe? Lui mi ha detto che stava andando a salutare Correa e non era sua intenzione litigare con lui. C’è stato un frainteso clamoroso. Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente. Io sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio e mi aspettavo qualche rosso dopo quelle scene”. Così Maurizio Sarri, tecnico della Lazio, commenta la vittoria contro l’Inter ai microfoni di DAZN.

Noi dobbiamo trovare solidità quindi i giocatori di dinamismo ci fanno comodo. Dobbiamo fare le fondamenta e poi ci possiamo costruire sopra. Ho scelto Basic per quello, ma Luis Alberto è un giocatore importante che in futuro ci tornerà più che comodo. Lui, per caratteristiche e perché è il suo modo di giocare, ogni tanto ha dei momenti di calo. Visti i test che di solito fa può sicuramente viaggiare su intensità diverse”, ha proseguito.

Poi una battuta su Felipe Anderson: “Sia lui che Pedro hanno fatto bene anche stasera. Pedro si conosce a fondo, è un giocatore di talento straordinario e di esperienza. Felipe è un potenziale craque ma ha vissuto di alti e bassi. Dobbiamo cercare di evitargli i secondi che sono di origine mentale. Ho allenato grandi giocatori ma lui per qualità tecniche e fisiche è straordinario, se riesce a risolvere i suoi problemi”. Infine una riflessione sul calcio moderno: “Io sono un allenatore da campo, mi diverto a far migliorare i giocatori e mi trovo coinvolto in un calcio in cui vengono meno le cose per cui mi sono innamorato di questo lavoro. Quando giochi 3 partite a settimana non si può migliorare un giocatore, sta diventando un lavoro diverso e a me piace meno”, conclude Sarri.

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