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“Con Sarri siamo una squadra completamente diversa. Dobbiamo adattarci e siamo un po’ indietro in questo senso. Vogliamo assimilare le idee dell’allenatore il prima possibile. Dobbiamo difendere meglio dell’anno scorso e non subire quei 55 gol. E’ l’obiettivo numero uno”. Pepe Reina, portiere della Lazio, è uno dei leader della formazione biancoceleste che da questa stagione è allenata da Maurizio Sarri. Intervistato da Marca, il 39enne estremo difensore spagnolo ha spiegato: “Mi vedo nella Lazio. Ho quest’anno di contratto e, se le cose vanno bene, un altro. Penso che quello che mi resta del calcio sarà a Roma”. Reina è uno di quei portieri abili con i piedi, proprio da un suo lancio è nato anche uno dei gol di questo inizio campionato della Lazio: “Lo devo a Frans Hoek, che a 13 o 14 anni, quando ero a La Masia, è arrivato con Van Gaal ed è stato il primo allenatore che ha iniziato a lavorare e a pretendere molto il gioco con i piedi dei portieri – ha raccontato l’estremo difensore -. Da quando avevo 14 anni, quindi, ci ho lavorato. Il portiere deve essere completo, avere una presenza importante in squadra, ha bisogno di conoscere i suoi giocatori per cercare di aiutarli e migliorarsi. Così dovrebbero essere i portieri di oggi”.
“Con l’età si perdono i riflessi, ma il livello tattico aumenta, questo mi permette di non essere così esplosivo o intuitivo ma di leggere un passaggio tra le linee o in profondità molto prima”, ha aggiunto lo spagnolo. Tra i portieri emergenti più forti c’è sicuramente Donnarumma: “Sarà un punto di riferimento. Ha giocato più di 250 partite a 22 anni e questo è già un background eccezionale. Ha tutto per essere tra i primi tre per molti anni. La sua dimensione è unica. E’ alto ma agile. L’Italia ha un portiere per i prossimi 10 o 15 anni”.
Infine, sul futuro al termine della carriera da calciatore, Reina non ha dubbi: “Dopo il ritiro voglio fare l’allenatore – ha ammesso l’ex Napoli e Milan –. Mi preparerò per questo e cercherò di fare le cose bene ed essere uno dei migliori. Sono stato fortunato ad avere buoni insegnanti e penso di poter dire la mia. Rischi del mestiere? Bisognerà provare. Ogni volta penso più da allenatore che da giocatore. Sono appassionato di tattica. Sono sempre più curioso di sapere perché si fanno determinate cose e mi piace decifrare una partita”.
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