Ciro Immobile, Lazio - Foto Antonio Fraioli
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L’anno scorso Lazio e Cagliari diedero vita ad una delle gare più spettacolari della scorsa stagione. Quel match deciso nel recupero da Caicedo sancì un crollo verticale da cui la squadra sarda – di Maran, Zenga e Di Francesco – non si è ancora ripresa. All’Olimpico cambia il copione ma non il risultato: vince la Lazio (stavolta per 1-0) che aggancia il quarto posto e la Roma, perde un Cagliari che vede lo spettro retrocessione mai così reale. La Lazio vince da sei partite consecutive, il Cagliari non riesce ad ottenere tre punti da novembre, da tredici gare. Peggio di così il Cagliari aveva fatto solamente nel 2010 con quota quindici sconfitte. Ambizioni diverse e situazioni radicalmente opposte per due squadre che sono il volto di diversi sentimenti: l’entusiasmo nel momento cruciale della stagione per i biancocelesti, il terrore di essere risucchiati nei bassifondi per i sardi.
All’Olimpico il canovaccio offre lo spettacolo che ci si aspettava. La Lazio fa la partita, il Cagliari arretra il baricentro per limitare la verticalità di Immobile e compagni. La strategia sarda funziona fino a quando la Lazio non innesca il piano B: Milinkovic-Savic che di testa fa da radar per tutti i palloni, il più importante al 61′ con una sponda di testa che Immobile trasforma in oro battendo anche Super Cragno. L’Olimpico è tornato ad essere il fortino della banda Inzaghi, cinque vittorie su cinque come solo l’Inter è riuscita a fare da dicembre. E i nerazzurri saranno proprio i prossimi avversari di una Lazio che sogna il formato pre lockdown. Lukaku contro Immobile. Milinkovic-Savic contro Barella. E poi c’è un Cagliari che ora dovrà ospitare l’Atalanta prima degli scontri diretti con Torino e Crotone. La classifica vede i sardi a quota quindici punti, una lunghezza in meno del Torino, addirittura sei rispetto allo Spezia. La situazione è nera. E lo scenario che vede campioni come Godin e Nainggolan lottare per la salvezza fino all’ultimo è più concreto che mai.
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