Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Lazio-Milan, gara valevole per la tredicesima giornata del campionato di Serie A 2018/2019. Il tecnico rossonero ha spiegato la difficile situazione della squadra, che conta una grande quantità di assenti. “Speravo che la sosta durasse altre due-tre settimane. Almeno avremmo recuperato qualcuno. Scherzo. Ma era un po’ di tempo che non vedevo la squadra così viva: hanno lavorato con tantissimo entusiasmo, anche chi è tornato dalla Nazionale. Mi è piaciuto lo spirito. Abbiamo 8-9 partite, mancano tanti giocatori, dobbiamo fare quadrato. Qualcuno è anche schierato anche fuori ruolo, ma ora è il momento di dare qualcosa in più“.
SUGLI INFORTUNI – “Romagnoli e Musacchio, ma è una mia idea, parlando con i giocatori, penso di recuperarli anche tra due-tre settimane. Comunque c’è un dato: i tuttologi hanno dato spiegazione di quello che abbiamo fatto o non fatto. Io dico: nelle ultime stagioni al Milan c’è un grafico, che parla di professionisti, e gente preparata, non di scappati di casa, che vede il numero degli infortuni scendere dai 12 del 2014-2015 fino a soli 5 quest’anno. Di cosa vogliamo parlare? Poi è vero che si sono fatti tutti male al polpaccio. Ma i giocatori si sono fatti male in tre campi diversi. E Romagnoli in Spagna non l’avevo fatto giocare perché aveva un parametro che lo aveva messo a rischio infortunio. Caldara è stato l’unico giocatore che si è fatto male scattando, Biglia e Romagnoli in corsettina. Non vado alla ricerca dell’alibi, ma siamo una squadra che non lavora di forza in palestra, quando lo facciamo lavoriamo sulla parte superiore e non sulle gambe. Cerchiamo di capire il perché degli infortuni, sembriamo avere una maledizione, ma negli anni scorsi è successo di peggio”.
SU IBRAHIMOVIC – “Ibrahimović si propone? Forse anche no. Forse è stato cercato, forse ci sta pensando. Non è sicuro che venga al 100%. Il passaggio sbagliato è quando si pensa che si sia proposto. La storia è un po’ diversa. La cosa un po’ diversa, quando giochi nelle grandissime squadre e vinci con continuità, come Bonucci e Higuaín, la dote migliore in un cambiamento così è deve capire che è una squadra in costruzione c’è una società in costruzione, e chi arriva qui deve dare una mano a livello di mentalità. Il livello tecnico si può anche abbassare. Il giocatore forte deve entrare con quest’ottica qui, deve capire tutto questo“.
SU CUTRONE – “Cutrone deve fare la sua partita, aiutare i compagni. Deve avere la giusta pressione, come tutti gli altri. Deve giocare bene la palla, sfruttare le sue caratteristiche negli ultimi 16 metri, e non deve sentire troppe responsabilità. Bisogna lasciarlo tranquillo“.