Il capitano della Lazio Senad Lulic, tornato in campo nei minuti finali della gara contro il Parma valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia dopo un lungo infortunio alla caviglia, ha parlato ai microfoni di Lazio Style Channel durante il programma ‘Tell me’, ricordando un periodo difficile del suo passato e della sua infanzia, quello della guerra in Bosnia.
Queste le parole del biancoceleste: “Cosa ricordo della guerra nel mio paese? Un bambino di sei anni ricorda tanto. Ricordo un periodo molto brutto, anche per questo motivo nel ’98 ci siamo trasferiti in Svizzera con le mie due sorelle, mia madre e mio padre. Un’altra mia sorella era già sposata ed è rimasta in Bosnia. Uscivamo a giocare con gli altri bambini, ma non si poteva come oggi. Appena sentivi le sirene dovevi scappare perché annunciavano un bombardamento. Avevamo un nascondiglio e ci nascondevamo dentro un bunker sperando che andasse tutto bene. Mostar era divisa a metà, fra bosniaci e croati. Si cercava di vivere così. Durante la guerra è stato molto difficile, a lasciare la Bosnia sono stati in tanti e non sono più tornati nel proprio paese. La mia terra oggi? Adesso è molto cambiata. I miei genitori vivono di nuovo in Bosnia. Quando il calcio me lo permette provo ad andare per trovare la mia famiglia. Quanto ti cambia la guerra? Molto. Apprezzi molto di più quello che hai. La guerra è stata bruttissima ma mi ha fatto capire cosa significa non avere niente. Cercherò di far capire ai giovani e ai miei figli ad apprezzare quello che abbiamo oggi”