Il centrocampista della Lazio Luis Alberto ha rilasciato un’intervista a Lazio Style Radio in cui ha toccato diversi temi, a partire da questo inizio di stagione della squadra biancoceleste: “A inizio campionato non eravamo al massimo e con i tanti acquisti abbiamo avuto bisogno di tempo. Arriva un calendario tosto, nessuna sosta fino a marzo. Stiamo andando male dal punto di vista dei gol segnati, ma tornando a farlo torneremo in zona Europa. Dobbiamo guardarci dentro: c’è bisogno di più gol da parte di tutti, dagli attaccanti alle mezzali“. Il numero dieci laziale si è poi soffermato sui nuovi acquisti a centrocampo: “Kamada è molto intelligente, mi piace: attacca lo spazio, ha buona tecnica. Alcuni giocatori hanno bisogno di tempo e altri si adattano prima, come per esempio Guendouzi. Anche Rovella ha grande personalità“.
Luis Alberto sottolinea poi che il suo strano modo di correre mascheri la quantità di chilometri macinati: “Sembra che io non stia correndo ma i dati dicono che sono sempre il primo. Sono un giocatore che viene guardato più palla al piede, tanti non vedono il mio lavoro difensivo“. Alla domanda se il talento si può allenare, lo spagnolo risponde di no: “Si può allenare il controllo, ma chi nasce con talento è diverso dagli altri. Adesso serve che i ragazzi tornino a giocare in strada, perché tanti giocatori sembrano robot. È più difficile oggi vedere un Del Piero, un Iniesta, uno Zidane. Non solo i tifosi, ma anche noi giocatori ci stiamo un po’ annoiando del calcio attuale“. La mente, invece, si può allenare eccome: “I club dovrebbero mettere due-tre persone a lavorare subito sull’aspetto mentale con i più piccoli. A vent’anni pensavo di essere un fenomeno ma non era così, al Liverpool non giocavo mai“.