“Ho chiesto al sindaco la disponibilità politica ad affrontare questo tema. Abbiamo istituito un ufficio preposto della Lega Calcio, che porta un progetto di recupero dello stadio Flaminio perché, così com’è, non è idoneo. Stanno valutando, vediamo cosa produce lo studio di fattibilità, ci sono stati incontri preventivi e sulla base di questo mi pare di capire che non ci sono grandi veti”. Così Claudio Lotito, presidente della Lazio, a margine della conferenza stampa di presentazione della partnership tra Regione Lazio e S.S. Lazio, siglata in occasione della Supercoppa italiana che si giocherà a Riad, torna a parlare dello stadio Flaminio. “La Lazio oggi fa una media di 45.000 spettatori, bisogna avere uno stadio da 50.000 spettatori. Dobbiamo creare una situazione che sia fruibile, anche in termini di ricavi. Se qualcuno pone problemi insormontabili allora lo stadio Flaminio rimarrà abbandonato”.
E sui temi sportivi della Supercoppa: “Ci giochiamo la possibilità di vincere un ulteriore trofeo. È una competizione diversa, più avvincente con questa formula a gironi e non facile da conseguire. Ci confronteremo con l’Inter, arriviamo un po’ incerottati, ma spero che la squadra mantenga la determinazione e la voglia di raggiungere i risultati che sta mostrando la squadra in campo. La squadra è stata allestita per competere con tutti e dai risultati ha dimostrato di potersela giocare anche con squadre più attrezzate. Ho investito oltre 100 milioni sui nuovi acquisti, che si sono dovuti ambientare, e adesso stanno dimostrando di non avere nulla da invidiare a quelli che erano presenti prima in rosa”, prosegue il numero uno biancoceleste. Infine, sul rinnovo di Sarri, sottolinea come “quando prende corpo un progetto di crescita del sistema è giusto non interrompere il percorso. Oggi dobbiamo essere concentrati nel raggiungere gli obiettivi, siamo in corsa su tutti i fronti e dobbiamo portare a casa il risultato. Dobbiamo essere pratici, la squadra è cosciente che possiamo raggiungere dei trofei“, conclude.
E sulle frasi dello stesso tecnico contro il fatto di giocare in Arabia Saudita: “E’ stato frainteso. Faceva un ragionamento a 360 gradi legato a una serie di fattori che incidono su quelle che sono le prospettive del calcio italiano. Se il calcio ha la necessità di ricorrere a tornei esterni lo fa per aumentare il valore del brand. Perché storicamente il calcio italiano era un punto di riferimento. Andare a Riad è importante dal punto di vista non solo economico ma della valorizzazione del brand, non solo della Lazio ma di tutto il calcio italiano”.