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Intervenuto ai microfoni di Radio Serie A con RDS, Claudio Lotito ha fatto un bilancio dei suoi 19 anni da presidente della Lazio: “Sono stato tra i primi a coniugare i risultati sul campo con una sana gestione. Sto ancora pagando i debiti creati dai miei predecessori, ma ad oggi la Lazio è tra le società più solide ed ha acquisito credibilità sia in ambito nazionale che internazionale. Se ho investito molto anche a livello infrastrutturale, è perché voglio tramandarla e che mio figlio Enrico prosegua questo percorso. Chiamate con minacce di morte? Mi capita anche di riceverne anche 300 al giorno, ma non mi spavento e vado avanti. So cosa ho fatto per il calcio“.
Lotito si è poi soffermato sui singoli: “Immobile è il nostro capitano e con lui c’è un rapporto quasi famigliare, per me sarebbe una sorpresa se andasse in Arabia. Purtroppo i momenti non altamente positivi possono capitare nel calcio, ma lui è un ragazzo con sani principi e sono certo che tornerà ad essere quello che è sempre stato. Luis Alberto? Ha ricevuto una proposta dall’Arabia, ma ho pensato che potesse incarnare lo spirito dello spogliatoio ed è rimasto. Felipe Anderson? E’ un ragazzo d’oro, c’è un bel rapporto“.
Infine, su Maurizio Sarri: “E’ una persona particolare e un insegnante di calcio. Qualche volta abbiamo avuto confronti accesi, ma non abbiamo mai litigato, anzi andiamo d’accordo. In estate mi ha chiesto Ricci e Berardi, ma ho ricevuto richieste fuori da ogni logica. Abbiamo preso quindi Rovella, che non reputo inferiore, così come non è inferiore chi è arrivato al posto di Zielinski. I miei rimproveri sono sulla mentalità perché la squadra ha vinto con le grandi e perso con le più deboli. Se scendessero in campo con la mia stessa determinazione le cose sarebbero diverse. Derby? Per noi è un campionato nel campionato: il suo esito influisce sull’andamento successivo“.
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