Serie A

Lazio, Lotito e medici deferiti per caso tamponi: le motivazioni della Figc

Claudio Lotito
Claudio Lotito - Foto Antonio Fraioli

La Procura della Figc guidata da Giuseppe Chinè ha deferito il presidente della Lazio, Claudio Lotito, in merito al caso tamponi che ha coinvolto la società biancoceleste “per violazione dell’articolo 4 e dell’articolo 44 del codice di giustizia sportiva e per violazione dei Protocolli Sanitari FIGC per non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme  in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti”. La Figc in un lungo comunicato va poi nel dettaglio e spiega punto per punto cosa imputa al patron del club capitolino. Di seguito le motivazioni del deferimento a Lotito:

COSA RISCHIA IL CLUB ORA: GLI SCENARI

1) “Non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata, in data 27 ottobre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi“Uefa del 26 ottobre 2020, in vista dell’incontro di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020, e per non aver comunicato alle ASL competenti i nominativi dei ‘contatti stretti’ dei tesserati positivi, e per non aver ‘concordato’ con le ASL locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo squadra ‘positivi’ e la quarantena dei tesserati del gruppo squadra ‘negativi’  e, pertanto, per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai ‘contatti stretti’ dei tesserati risultati positivi al Covid-19″.

2) “Per non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata, in data 3 novembre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi Uefa del 2 novembre 2020, in vista dell’incontro di Champions League Zenit-Lazio del 4 novembre 2020, e per non aver comunicato alle ASL competenti i nominativi dei ‘contatti stretti’ dei tesserati ‘positivi’, e per non aver ‘concordato’ con le ASL locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo Squadra ‘positivi’ e la quarantena dei tesserati del gruppo squadra ‘negativi’, e, pertanto, per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai ‘contatti stretti’ dei tesserati risultati positivi al Covid-19″.

3) “Per non aver tempestivamente comunicato alle ASL locali competenti la positività al COVID-19 di 3 tesserati riscontrata, in data 30 ottobre 2020, in vista dell’incontro di campionato Torino-Lazio del 1 novembre 2020, e per non aver comunicato alle ASL competenti i nominativi dei ‘contatti stretti’ dei tesserati ‘positivi’, e per non aver ‘concordato’ con le ASL locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo Squadra ‘positivi’ e la quarantena dei tesserati del gruppo Squadra ‘negativi’ e, pertanto, per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai ‘contatti stretti’ dei tesserati risultati positivi al Covid-19″.

4) “Per aver consentito o, comunque, non aver impedito a 3 (tre) calciatori di svolgere, con il restante “Gruppo Squadra”, l’intero allenamento della mattinata del 3 novembre 2020 sino al termine dello stesso, nonostante la loro positività ai tamponi Uefa, effettuati, in data 2 novembre 2020 fosse nota al dottor Rodia (MLO – Medical Laison Officer della S.S. Lazio spa)”.

5) “Per non avere sottoposto all’obbligatorio periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 26 ottobre 2020, come previsto dalla Circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020, un proprio calciatore il quale è stato utilizzato nell’incontro Torino-Lazio del 1° novembre 2020“.

6) “Per non avere sottoposto al periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 2 novembre 2020, come previsto dalla Circolare Ministeriale del 12 ottobre 2020 un proprio calciatore, e, conseguentemente, per averlo inserito nella distinta gara dell’incontro Lazio-Juventus dell’8 novembre 2020“.

Deferiti inoltre Ivo Pulcini, responsabile sanitario della Lazio, e Fabio Rodia, medico sociale del club.

 

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