Nel corso della sua intervista alla Gazzetta dello Sport, Dejan Stankovic ha parlato così della sfida tra Inter e Lazio, big match di questo turno di Serie A. L’allenatore del Ferencvaros ha parlato delle due squadre più importanti della sua avventura in Italia.
Il serbo parla dei nerazzurri: “Dico la stessa cosa di quando l’ho sfidata con la Sampdoria: fa paura. È un carrarmato. E ora ha molti meno alti e bassi, quello che fa la differenza. Barella dà il ritmo, è più concreto, alza meno le braccia. Calhanoglu e Mkhitaryan sono le menti, i quinti di rado sbagliano una partita. Acerbi è un pilastro che tiene tutti nelle posizioni giuste. Forse ci si può aspettare qualcosa in più dai cambi in attacco, ma l’Inter può arrivare in fondo a tutto“.
Stankovic si sofferma poi sui biancocelesti: “Hanno il maestro Sarri, che stimiamo tutti, che ha centrato il grande traguardo degli ottavi di Champions League. Ci sono partite in cui, quando funziona come un orologio svizzero, mi diverto una sacco a vederla. Si stravede la sua mano, ma sono i giocatori a scendere in campo. Ora, senza le coppe, avrà più tempo per aggiustare le cose. Questa classifica non appartiene alla Lazio, il maestro arriverà in alto“.
Il tecnico parla poi dei principali giocatori della Lazio: “Luis Alberto e Felipe Anderson devono crescere ed i biancocelesti hanno perso tanto dalla partenza di Milinkovic-Savic. Se ci aggiungi gli infortuni di Immobile, quello che ti porta gol, ecco il ritardo. Forse a Sarri manca qualcosa nella rotazione e giocando ogni tre giorni il problema si è accentuato“.
Infine Dejan parla di un possibile ritorno in Italia: “Perché no? La mia famiglia è lì, mia moglie fa avanti e indietro. Sto bene qui, dopo Stella Rossa e Samp, un ottimo allenamento per gestire pressioni e fare esperienza. Quello che io noto da fuori è la pressione: non è possibile che da un giorno all’altro passi da re a capro espiatorio, bisogna dare più fiducia e tempo“.