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“Il Flaminio per la Lazio? Non esiste, con quella roba ci facessero altre attività. Lo stadio è il cuore della società sportiva, cuore affettivo ma anche economico, e deve essere costruito in periferia, come è sempre avvenuto. Perché? Per tre motivi: viabilità, parcheggi e sicurezza”. Così il presidente della Lazio Claudio Lotito esclude l’ipotesi di un recupero dello stadio Flaminio, da anni abbandonato, da parte della società biancoceleste. “Chiariamoci una volta per tutte – ha dichiarato il numero uno della Lazio a margine della presentazione di ReportCalcio a Roma – Capisco che la passione, i sentimenti e la storia hanno un significato: non vogliamo disperderlo, anzi vogliamo valorizzarlo. Ma è altrettanto vero che dobbiamo produrre strutture che garantiscano risultati economici, altrimenti diventano debiti. Lo stadio non può essere una cattedrale nel deserto: non a caso avevo prospettato delle compensazioni di carattere urbanistico perché deve essere vissuto h24, 365 giorni l’anno”.
Tutte caratteristiche che, ha spiegato Lotito, il Flaminio non ha: “Come potete immaginare i parcheggi, la viabilità e soprattutto il risultato economico? Tra l’altro il Flaminio ha anche una serie di limiti ambientali e normativi che ne impediscono la copertura. Quindi bisognerebbe andare allo stadio con l’ombrello quando piove: penso che nel 2017 questo non sia possibile”. Lotito guarda con interesse alla situazione legata al nuovo stadio della Roma: “Ho sempre fatto da apripista – ha sottolineato il presidente della Lazio – Stavolta invece sto fermo perché voglio vedere che fine fanno le altre cose. Al momento opportuno faremo un discorso con l’amministrazione: quando verrà data la possibilità a una squadra, è giusto che anche l’altra squadra della città abbia le stesse condizioni. Né si possono prendere scorciatoie”.
Il presidente della Roma James Pallotta ha lanciato un ultimatum, dichiarando che se il nuovo stadio non sarà pronto nel 2020 lascerà la società giallorossa: “Io non faccio diktat – ha dichiarato Lotito – Perché sono italiano e lo rivendico. E poi la mia è una presidenza di cuore: sono sempre stato tifoso della Lazio, fare il presidente della propria squadra è la cosa più bella”.