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Dopo un dibattimento di un’ora e mezza dinnanzi al Collegio di Garanzia dello Sport si è chiuso il processo che ha visto presentare un ricorso da parte della Lazio nei confronti della Figc, con il presidente Claudio Lotito e i medici sociali Ivo Pulcini e Fabio Rodia che hanno chiesto di cancellare le sanzioni per le presunte violazioni in merito al caso tamponi. In secondo grado dodici mesi di inibizione ciascuno e 200.000 euro di multa al club per via delle possibili falsificazioni dei test anti-Covid di alcuni giocatori al fine di farli scendere in campo: “Contestiamo il fondamento logico-giuridico espressamente formulato dalla sentenza della Corte d’appello federale. A fronte di un tampone positivo contro tre tamponi negativi e l’esame sierologico, doveva essere Lotito a dire a Immobile di chiudersi in casa? Ma dove è la responsabilità ?”.
La Figc e la Procura generale dello sport sottolineano invece la responsabilità di club e presidente: “Tutte le condotte di Lotito ci sono e sono rimaste senza risposta. Come possiamo dire che il presidente Lotito non abbia ‘influito’ nelle attività ? C’è stata influenza: il calcio e la Figc, che non è strabica, sono ripartiti grazie ai protocolli, mentre qui è evidente che le regole non sono state rispettate. Sul mero dubbio di positività si deve attuare il protocollo a difesa del giocatore e delle persone a lui vicine. La sensazione è che si stia chiedendo la rideterminazione della pena, ma non si può. La salute è primaria, riteniamo che oggi non sia consentito il riesame e quindi la Procura propende per l’infondatezza dei ricorsi”. La sentenza arriverà in serata.
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