Ciro Immobile, Lazio 2020/2021 - Foto Antonio Fraioli
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Non sembra intenzionata a volgere al termine la vicenda tamponi Covid-19 in casa Lazio. Negli ultimi giorni stanno infatti emergendo continuamente nuovi dettagli e la situazione appare sempre meno chiara. A lanciare l’ultima bomba è stata “La Gazzetta dello Sport“, che ha titolato “Scandalo tamponi” ed ha provato ad analizzare quanto sta accadendo tra i biancocelesti. Nella giornata di ieri venerdì 6 novembre erano emerse le positività al Covid-19 di tre calciatori, i quali però non si sono sottoposti al tampone né presso Synlab, laboratorio a cui fa affidamento l’Uefa, né a Diagnostica Futura, laboratorio di Avellino inizialmente scelto da Lotito, bensì a Campus Biomedico. I tre positivi dovrebbero essere Immobile, Leiva e Strakosha anche se la Lazio non si è espressa né confermando ma neppure smentendo.
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Nonostante le positività, il direttore sanitario Ivo Pulcini ha detto all’ANSA che il test molceolare prevale su quello rapido e, in virtù dei tamponi effettuati a Formello con il laboratorio di Avellino, risultati tutti negativi, aveva rassicurato dando il via libera ai calciatori di tornare in campo. Tuttavia, i tre soggetti erano risultati positivi già presso Synlab e avrebbero dovuto osservare dieci giorni di isolamento, come da protocollo. Come se non bastasse, è entrata in scena anche la Asl Roma 4, che ha ricevuto la notizia delle positività dal Campus Biomedico ed ha informato di conseguenza la Roma 1. Il Ministero della Salute, però, prevede che queste comunicazioni avvengano esclusivamente in caso di positività al tampone molecolare e non al test rapido. Dalle parole di Pulcini, comunque, si può dedurre che i tre abbiano svolto un tampone molecolare, con esito diverso dal laboratorio di Avellino, e perciò difficilmente scenderanno in campo contro la Juventus. Un passo falso potrebbe infatti risultare fatale e l’Asl potrebbe intervenire facilmente, così come rischierebbe di essere aperta un’inchiesta della Procura federale.
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