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Le tre vittorie di fila in altrettante competizioni avevano fatto tornare – nonostante qualche fischio sabato scorso – il sereno in casa biancoceleste, ma questa Lazio, una volta tornata a non respirare l’aria dell’Olimpico, fatica maledettamente. Tre partite di fila tra le mura amiche e sembrava essere rispuntata fuori la squadra dell’anno scorso, bella quanto serve, ma anche cinica e capace di trovare facili reti inviolate. La vittoria col Celtic ha regalato il pass per gli ottavi di Champions, quella contro il Cagliari pareva aver fatto iniziare la gran rimonta per il quarto posto, e poi martedì l’1-0 sul Genoa utile per non abbandonare la Coppa Italia. A Verona, è una Lazio balbettante e altalenante: segna un gol bellissimo con un’azione corale chiusa dal colpo di tacco magistrale dell’ex di turno Zaccagni, poi nel secondo tempo fraseggia all’infinito ma senza affondare davvero e Sarri deve togliere Immobile e Zaccagni perché diffidati e a rischio squalifica: nel frattempo, c’è il gol di Henry, scatenato, che riporta in partita l’Hellas. E il gol annullato all’altro ex, Casale, per un intervento zelante del Var, insieme all’espulsione di Duda, non spostano gli equilibri: i biancocelesti non si rendono pericolosi e si scontrano con la dura realtà. Quella che ci dice che questa squadra in trasferta ha totalizzato appena sette punti in otto partite e una serie di occasioni perse. E la prossima partita è ancora una trasferta, quella con l’Atletico per provare a consolarsi col primo posto nel girone di coppa. Per il Verona, invece, può essere un pareggio che vale come una vittoria: insperato perché sembrava davvero arduo rimetterla in piedi, di lotta perché l’ultimo quarto d’ora è in dieci contro undici. Grande carattere, terza X di fila e Baroni respira un po’, anche se la vittoria manca addirittura da agosto, contro l’altra romana. Gli scaligeri restano invischiati nelle sabbie mobili e devono cominciare a correre per non rendere vano questo bel pari contro i vicecampioni d’Italia in carica.
LA PARTITA – Il primo tempo non regala guizzi per 23 minuti, poi però è l’uomo più atteso, Zaccagni, a stappare il match facendosi trovare pronto sul cross di Felipe Anderson con il tacco volante che si infila alle spalle di Montipò interrompendo il digiuno dell’esterno biancoceleste che durava dallo scorso 27 settembre. Una volta in vantaggio la Lazio cerca di amministrare, il Verona non crea pericoli tanto che l’unica cosa da annotare è l’infortunio a Marusic, che deve lasciare il campo alla mezz’ora di gioco per un problema all’occhio. La ripresa ripercorre il copione del primo tempo: la Lazio fa possesso palla, la squadra di Baroni prova ad attaccare, ma senza troppa convinzione. E anzi è la Lazio ad andare vicina al raddoppio con Immobile ma trovando Montipò pronto all’intervento. Quasi all’improvviso, però, ecco la rete del Verona con il cross di Ngonge che Provedel smanaccia, la sfera arriva sui piedi di Suslov che tira male servendo però l’assist per Henry a ribadire in rete. Il vantaggio durerebbe poco perché è l’altro ex, Casale, a punire la squadra di Baroni con un colpo di testa, ma l’arbitro Ayroldi, dopo aver rivisto l’azione al VAR, nota la spinta del difensore su Duda annullando il nuovo vantaggio biancoceleste. L’ultimo quarto d’ora, per i gialloblu, è di passione perché Duda, già ammonito, rimedia il secondo giallo ingenuamente, la Lazio alza i giri del motore cercando il gol del sorpasso, ma gli uomini di Baroni riescono a tenere portando a casa un punto che allunga la serie utile mentre per la Lazio è l’ennesima occasione mancata per rientrare di prepotenza nella lotta per il quarto posto.
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