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“La mia carriera è stata costellata da esperienza fantastiche, la Roma, il Milan ma anche da cadute, come la finale di Champions persa quando vincevamo 3-0, gli infortuni. La sconfitta nello sport, come nella vita è contemplata. Credo che il mio carattere mi ha aiutato”. Queste le dichiarazioni del tecnico del Real Madrid, Carlo Ancelotti all’Università di Parma che gli ha conferito una Laurea ad honorem in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate.
“Il calcio mi ha insegnato tante cose – spiega -. la relazione con gli altri, il rispetto per gli altri, il rispetto per le regole, per l’autorità , allenatori, dirigenti e presidenti, l’impegno, migliorare i tuoi limiti, gestire un gruppo e saper ascoltare, oltre a prendere decisioni e stare al passo con i tempi che cambiano. Il calcio è cambiato, sta cambiando e cambierà in futuro: dalle regole, alla prevenzione, alla professionalità degli atleti. Io ho avuto la fortuna di aver giocato con atleti straordinari e allenare uomini con un talento incredibile, il talento non si può migliorare, o ce lo hai o no. E’ genetico ma di certo si può gestire. Maradona era un giocatore di grandissimo talento, non puoi insegnare a Maradona a dribblare meglio, ma a gestirlo meglio si può. La differenza tra grande giocatore e grande campione è che il campione riesce a mettere il suo talento al servizio degli altri. La differenza è tra egoismo e altruismo”, ha aggiunto Ancelotti. Tutto per lui è iniziato da Parma, dove un giorno Nils Liedholm e Dino Viola, osservandolo, decisero di portarlo a Roma. Ancelotti commosso aggiunge che “ho anche 5 nipoti che mi ricordano che sono nonno e mi ricordano che non sono più il bambino arrivato a Parma nel 1975”.
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